Nel 1994 la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara patrocinò la pubblicazione di un saggio di Hermann Julius Hermann su La miniatura estense (ed. Panini), volto ad approfondire la magnificenza della produzione decorativa libraria presso la corte di Ferrara, certamente una delle più rappresentative del Rinascimento padano. Il volume è ovviamente uno scrigno di delizie, e sarebbe impossibile in questa sede riprodurre lo splendore delle illustrazioni. Chi lo volesse consultare personalmente può farlo presso la nostra sede, negli orari di apertura.
Intanto possiamo leggere qualche notizia insieme, quale anticipo di eventuali approfondimenti:
«Il più antico miniatore ferrarese, di cui si conosce l'esistenza, è Giovanni Alighieri, un carmelitano del monastero di S. Paolo a Ferrara. Secondo Baruffaldi aveva decorato con vivaci figurine un codice di Virgilio trascritto da Ugolino de Lentio. Il manoscritto passò dalla biblioteca dei carmelitani di S. Paolo a Ferrara in proprietà del conte Alfonso Alvarotti di Padova e più tardi, presumibilmente, nella biblioteca del Seminario di Padova, dove il codice deve essere andato smarrito.
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Il manoscritto era interessante anche per una nota posteriore da cui risultava che nel 1242 un certo pittore Gelasio di Niccolò de la Masnà de Sancto Giorgio, che aveva imparato a dipingere a Venezia presso Theophanes di Costantinopoli, aveva dipinto per Azzo Novello d'Este e per il vescovo di Ferrara Filippo Fontana. L'autenticità di tale notizia è stata giustamente messa in dubbio sia da Frizzi, sia da Tiraboschi. Essendo il codice attualmente scomparso non possiamo avere nessuna idea precisa sul più antico documento della miniatura ferrarese, nè possiamo verificare se Giovanni Alighieri appartenesse alla stessa famiglia del grande omonimo fiorentino o fosse un maestro veronese».
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