venerdì 28 agosto 2020

Il Sermone sul distacco di Meister Eckhart

 


«Ho letto molti scritti, sia di maestri pagani che di profeti, dell'Antico e del Nuovo Testamento, e ho cercato con serietà e grande impegno quale sia la più alta e migliore virtù con la quale l'uomo può nel modo migliore e più intimo unirsi a Dio, e diventare per grazia ciò che Dio è per natura, e per la quale l'uomo sia il più possibile simile alla sua immagine di quando era in Dio, e nella quale non c'era differenza fra lui e Dio prima che Dio formasse le creature. E quando medito su tutti questi scritti secondo le possibilità che ha la mia ragione di riflettere e di conoscere, trovo nient'altro che questo: che il puro distacco è al di sopra di tutte le cose, poiché tutte le virtù riguardano almeno un poco le creature, mentre il dstacco è svincolato da tutte le creature. Perciò nostro Signore disse a Marta: Unum est necessarium, o in altre parole: Marta, chi vuol esser sereno e puro deve possedere una cosa: il distacco. I maestri lodano grandemente l'amore, come fa San Paolo che dice: "Qualunque sia l'opera che io faccia, se non ho l'amore sono nulla". Ma io lodo il distacco più di ogni amore. Anzitutto perchè la cosa migliore che è nell'amore è che esso mi costringe ad amare Dio, mentre il distacco costringe Dio ad amare me. Ora, è molto più nobile che io costringa Dio a venire a me, che non costringere me stesso ad andare a lui: poiché Dio può penetrare in me e unirsi a me più intimamente [di quanto] non possa io unirmi a Dio. Che il distacco costringa Dio a venire a me lo dimostro così: ogni cosa tende al suo luogo naturale e proprio. Ora il luogo naturale e proprio di Dio è l'unità e la purezza, che derivano dal distacco. Ne consegue necessariamente che Dio si dia a un cuore distaccato. In secondo luogo, lodo il distacco al di sopra dell'amore poiché l'amore mi costringe a sopportare tutte le cose per Dio, mentre il distacco mi conduce ad essere accessibile soltando a Dio. Ora è molto più nobile essere accessibile soltanto a Dio che soffrire tutte le cose per Dio, poiché l'uomo nella sofferenza guarda ancora un poco alla creatura dalla quale riceve la sofferenza, mentre il distacco è completamente svincolato da ogni creatura. Ma che il distacco sia accessibile soltanto a Dio lo provo così: ciò che dev'essere accolto, dev'essere accolto in qualche cosa. Ora il distacco è così vicino al nulla che nessuna cosa è abbastanza sottile per poter penetrare nel distacco, se non Dio solo. Esso è così semplice e sottile che può ben entrare in un cuore distaccato.  Perciò il distacco è accessibile soltanto a Dio.»

da Trattati e prediche, Milano, Rusconi 1982

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