lunedì 28 ottobre 2019

Per le vie di Ferrara

Esce per le edizioni Faust un volumetto dedicato alle edicole devozionali presenti sul territorio, Per le vie di Ferrara, opera di una cara amica della Biblioteca, Daniela Fratti, laurea in Medicina e Chirurgia, master in Psicopatologia e Scienze forensi, già autrice di stimolanti ricerche sulle istituzioni caritative a Ferrara tra Sei e Ottocento e sulla presenza femminile nel tessuto sociale della città.
L'argomento è introdotto dallo studio Graziose maestà, sulle diverse tipologie dei manufatti di culto; seguono poi tre saggi che ben delineano l'ottica di genere cui è orientata la ricerca: Lo spazio femminileUn angolo tutto per sè: spazio femminile e spazio devozionaleRosario, preghiera di genere e la ricostruzione storica Io il lunario non lo conosco, storia vera di due popolane ferraresi tratta da documenti di Curia del 1638.
L'Autrice non manca di richiamare il precedente I muri di Maria, opera di Chiara Toschi Cavaliere già richiamata nel nostro blog.
Corona il tutto l'elenco puntuale delle immagini devozionali, seguito da ampie schede descrittive, puntuali indicazioni di ubicazione e numerose fotografie che ne favoriscono la localizzazione.


Ci piace infine rammentare che la prefazione è stata scritta da un'altra preziosa amica della Biblioteca, Diane Yvonne Ghirardo della University of Southern California, autrice di numerose pubblicazioni sulla Ferrara rinascimentale.


Come "assaggio" del libro, abbiamo scelto un brano che rappresenta un vero e proprio omaggio alla città:
«I motivi per percorrere strade e vicoli ferraresi non di corsa si concentrano in una sola parola: dettagli. Camminando per Ferrara l'occhio si posa continuamente su aspetti di volta in volta nuovi. Può trattarsi di un cornicione, di un bugnato in una sede inaspettata, di un'inferriata dai disegni inconsueti, di una parasta decorata da fregi marmorei che sembrano incisi a punta di coltello o anche del solo riflesso del sole sui ciottoli che pavimentano le strade della città medievale: un chiaro-scuro di luci e d'ombre in un'infinita sfumatura di grigi e di bianchi che stordise e "straluna", favorendo una peculiare sensazione d'inquietudine. Si coglie una sorta di spiritualità in agguato, e se dietro l'angolo incontriamo un'edicola devozionale o um'immagine mariana arrampicata su di un muro o una piccola testa di cherubino a sovrastare l'architrave di un ingresso non ci meravigliamo affatto: molto di più ci colpirebbe la loro assenza, tanto che dopo averne individuata una - mai prima vista - lungo una strada qualunque, ci mettiamo ad osservare con attenzione puntigliosa per individuare la successiva, che immancabile compare cento metri dopo».

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