Oggi sulla stampa locale è apparsa la lieta notizia del riposizionamento dell'Incoronazione della Vergine, dipinto di Carlo Bononi, nella sua collocazione originale (il transetto della basilica di Santa Maria in Vado). Il restauro venne deciso in seguito agli eventi sismici del 2012, il cui ricordo cade proprio in questi giorni, ed è frutto della felice sinergia tra le istituzioni civiche e religiose e la Regione Emilia-Romagna.
Ma cosa sappiamo davvero dell'inquieto Carlo Bononi, figura di punta della pittura ferrarese, viaggiatore instancabile ed eclettico anticipatore del barocco a Ferrara?
Ma cosa sappiamo davvero dell'inquieto Carlo Bononi, figura di punta della pittura ferrarese, viaggiatore instancabile ed eclettico anticipatore del barocco a Ferrara?
Ne parla Barbara Ghelfi ne La pittura a Ferrara nel rpimo Seicento. Artisti, committenti e cantieri, Ferrara Cartografica 2011; leggiamo qualche cenno:
«Dopo la scomparsa dello Scarsellino, avvenuta nell'ottobre del 1620, spetta a Bononi il compito di riorientare il percorso della pittura ferrarese coeva. A quest'epoca egli si trova a capo di una bottega frequentata ed efficiente e le sue eccellenti doti organizzative gli consentono di assumere il monopolio delle commissioni pubbliche. Si legano a lui artisti di differente formazione e provenienza. [...]
Verso gli anni venti, dopo un soggiorno romano non confermato da documenti, Bononi esegue per la chiesa di San Paterniano a Fano il Miracolo, l'Estasi e la Ricognizione del corpo di san Paterniano, tele ricche di "uan quantità di suggestioni che vanno dal riconoscibile caravaggismo dell'autoritratto, sia pur avvolto in un alone cromatico più indistinto e pittorico, alle memoria di Saraceni". Il suo linguaggio si arricchisce anche delle inclinazioni scenografiche di Barocci e del manierismo di Lilli e Pomarancio, a testimoniare la ricchezza del bagaglio culturale che aveva costruito fuori Ferrara».
Il volume è come sempre consultabile presso la nostra sede, in via Fabbri 410.