mercoledì 6 giugno 2018

Alle origini della Certosa

(foto tratta dal sito Italia in foto)

Borso d'Este, figlio illegittimo che Niccolò III ebbe dalla favorita di corte Stella de' Tolomei, ultimo marchese e primo duca di Ferrara, fu principe molto pio. Stefania Macioce, storica dell'arte che si è occupata a fondo e con grande accuratezza di tematiche religiose nella pittura ferrarese, evidenzia questa componente devozionale nella figura del duca titolando significativamente un suo studio su Schifanoia Il trionfo del preux chevalier Borso d'Este. Qui afferma: "la principale virtù cavalleresca di Borso è la fede; non vi è nulla infatti che egli intraprenda senza porsi sotto la protezione divina".
Borso dunque assume il potere l'1 ottobre 1450; già nel secondo anno di reggenza, il 23 marzo 1452 prende contatto con la casa madre dei Certosini a Grenoble ed esattamente un mese dopo pone la prima pietra del complesso monastico, benedetta dal vescovo della città Francesco dal Legname.
È ipotesi di Antonio Samaritani che il primo germe del patronage di Borso nei confronti dell'ordine si annidasse nell'incontro del futuro duca con il cardinale certosino Niccolò Albergati, attestato a Ferrara nel 1438 per officiare l'apertura solenne del Concilio di Ferrara-Firenze.
Già il 17 ottobre 1452 è documentata la prima spesa sostenuta dal duca per la erigenda Certosa; altre ne seguono ravvicinate nel tempo. Nel 1459 Borso dota la Certosa di beni immobiliari per dodicimila ducati, che rendevano al tempo del Guarini diecimila scudi annui. 
Il 6 maggio dello stesso anno il Capitolo generale dei monaci di Grenoble accoglie formalmente la richiesta di Borso e autorizza il priore della Certosa di Firenze a prendere possesso del Monastero, della sua amplissima dotazione e della chiesa, ancora incompleta. Il tutto viene solennemente formalizzato il 24 giugno 1459. 
Il 20 agosto dalla Chartreuse frate Francesco priore generale annuncia a tutto l'ordine che nella città di Ferrara il duca Borso ha eretto un nuovo monastero, dedicandolo a Santa Maria e a San Cristoforo. Su istanza dello stesso duca, il generale vi destina come priore Filippo, già alla domus di Firenze. La comunità risulta formata di nove membri più un converso.
Il 26 marzo 1461 Michele Savonarola, nonno di Girolamo, dedica ai monaci della Certosa il suo Confessionale.
Borso muore il 19 agosto 1471 ma la tradizionale benevolenza ducale nei confronti della Certosa viene rinnovata anche dal suo successore: il 19 ottobre dello stesso anno Ercole I conferma con lettera tutti i privilegi e le esenzioni concesse in vita da Borso; altre significative donazioni sono datate al 1472, -74 e -75.

Bibliografia:
A. Samaritani, Borso d'Este, presenza certosina, spiritualità umanistica, pietà religiosa a Ferrara (2a metà del '40-1a metà del '500), in Analecta Pomposiana 31-32, Ferrara 2008
S. Macioce, Schifanoia e il cerimoniale: il trionfo del "preux chevalier" Borso d'Este, in Atlante di Schifanoia, Modena, Panini 1989
Entrambi i contributi sono consultabili in biblioteca alle condizioni di regolamento

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