La speculazione filosofica e teologica di Raimon Panikkar si colloca alla confluenza tra esperienza cristiana e indù. La sua peculiare formazione ecumenica ne fa un protagonista di primo piano del dialogo interreligioso. Per illustrare l'universalità della sua vocazione, la biografia riportata nel sito ufficiale usa queste parole:
«Nell'Induismo e nel Buddhismo egli aveva trovato altri linguaggi, oltre l'ebraico biblico, la filosofia greca e il cristianesimo latino, per esprimere le convinzioni di fondo (il kerigma) della tradizione cristiana».
Dalla sua sterminata produzione libraria, leggiamo poche parole contenute in Vita e parola, Milano, Jaca 2010; segnatamente, al paragrafo L'esperienza vedica. Mantramanjari:
«Una delle più stupende manifestazioni dello Spirito è indubbiamente quella che ci è pervenuta sotto il nome generico di Veda. L'Epifania vedica appartiene all'eredità dell'uomo, e come avviene nel caso della maggior parte dei valori religiosi e culturali dell'umanità, si è più fedeli alla sua vocazione più profonda se la si condivide fraternamente con l'intera umanità, piuttosto che limitarsi a preservarla scrupolosamente come se si dovesse custodire un tesoro tenuto sotto chiave e quasi nascosto. Tale condivisione non deve però trasformarsi né in una profanazione, con il pretesto di recare profitto agli altri, ma dovrebbe essere una comunicazione vivente, o addirittura una comunione, libera però da qualsiasi ombra di propaganda o proselitismo. Queste pagine non intendono trasmettere dunque semplici informazioni, ma un messaggio che potrebbe indurre a una trasformazione interiore.
Questa antologia mira a presentare i Veda come un'esperienza umana tuttora valida e in grado di arricchire e stimolare l'uomo moderno nel suo tentativo di adempiere il proprio compito in un'era in cui, nel bene come nel male, la sua sorte è indissolubilmente legata a quella dei propri simili ed egli non può più permettersi di vivere nell'isolamento».