Anche quest'anno il primo segnale di primavera è dato dalle chiarine dei figuranti del palio, protagonisti del "Carnevale degli Este", ediz. 2019.
Sull'argomento possiamo consultare un bel volumetto uscito nel 2017 per la casa editrice ferrarese Nuovecarte, dalla prestigiosa penna di Gina Nalini Montanari.
Il volume reca per sottotitolo "La corte estense si diverte", e si avvale della prefazione del maestro Carlo Bassi. Ne leggiamo insieme qualche riga, invitandovi come sempre a leggere il seguito presso i locali della biblioteca, in via G. Fabbri 410.
"Il filo di questa narrazione si srotola attorno al mondo splendido della corte estense tra Quattro e Cinquecento: da Ercole I ad Alfonso II. Sono questi gli anni in cui Ferrara, assunto l'aspetto di una grande città rinascimentale, è diventata uno dei centri più rappresentativi della realtà culturale italiana. La letteratura, le arti figurative e quelle applicate, la musica, il teatro, l'astrologia e anche la botanica, sotto la protezione dei duchi, grandi mecenati, conobbero una straordinaria fioritura che elaborò un proprio linguaggio e una propria identità; mentre la corte estense diveniva un polo di riferimento per le corti europee.
Nel mecenatismo rivolto a tutte le arti il duca individuava lo strumento duraturo, funzionale alla gestione, alla propaganda del potere e soprattutto alla sua personale affermazione. Per governare con successo era necessario ostentare bellezza, fastosità, grandezza da praticarsi con «larghezza ed ampiezza nello spendere oro e argento». Solo così si poteva perseguire la magnificentia.
Dentro il mondo della corte esplodevano cerimonie, feste, spettacoli, banchetti, sontuose sfilate per le vie della città in occasione di matrimoni, battesimi e ricevimenti di ospiti illustri o di altre ricorrenze particolari. Eventi, questi, appartenenti ai rituali quotidiani della vita di corte, ma che si trasformavano in pubbliche occasioni di grande spettacolarità cui prendevano parte l'intera città e gli ospiti provenienti dalle corti più lontane".