lunedì 4 giugno 2018

Ancora su Sant'Adalberto in Pereo e i "Quinque fratres"



"L'oratorio dedicato a S. Adalberto fu fatto edificare da Ottone III presso l'eremo nel quale si era stabilito Romualdo con alcuni compagni. Se vogliamo prestar fede alla documentazione pervenutaci regestata nel fascicolo contenuto nel volume n. 643 dell'ASR, la costruzione sostituiva una preesistente struttura: la chiesa di S. Cassiano. Tale edificio è verosimilmente da riconoscersi come il primitivo luogo di culto degli eremiti. Stando ai tre ristretti datati al 1001 parrebbe che l'8 maggio l'oratorio intitolato a S. Adalberto non fosse ancora in essere, in quanto si fa riferimento all' "eremo... di S. Cassiano", e che il nuovo luogo di culto, inaugurato nel mese di dicembre, non sostituisse la preesistente chiesa, poichè ivi si celerò la cerimonia di dedicazione. Purtroppo le ricerche finalizzate a reperire altra documentazione circa la chiesa di S. Cassiano non hanno dato, per ora, alcun risultato soddisfacente.
L'oratorio dedicato a S. Adalberto si inseriva in quel nutrito gruppo di costruzioni commissionate dall'imperatore e dedicate al fraterno amico Adalberto, arcivesco di Praga martirizzato nel 997. La fondazione assumeva un ruolo fondamentale nell'ambito della vita religiosa dell'Europa del tempo in quanto uno dei primi nuclei cenobitici sorti nei luoghi in cui si era sviluppata l'esperienza eremitica di Romualdo. L'edificio di culto doveva essere legato ad altre strutture, delle quali, tuttavia, non abbiamo alcuna informazione.
Malgrado l'origine del cenobio fosse di non poco momento, dopo qualche tempo iniziò per il complesso una fase di totale decadenza, secondo la leggenda a causa della presenza di un abate indegno al punto tale da non avere nemmeno il nome tramandato dalle fonti. Per questo motivo il nutrito gruppo di compagni di Romualdo ben presto abbandonò il Pereo. Bruno di Querfurt e un compagno tedesco si ritirarono in un eremo poco distante, Benedetto (che sin dall'inizio dell'esperienza aveva condiviso la cella con Bruno) e Giovanni partirono in missione per le regioni dell'Est dell'Europa, seguendo le tracce del martire Adalberto, e lo stesso Romualdo, sul finire del 1001, forse per sopraggiunti dissapori con l'imperatore, si allontanò dal Pereo per raggiungere l'Istria.
Venuto a mancare l'eremo, S. Alberto divenne una abbazia".

Paola Novara, S. Adalberto in Pereo e la decorazione in laterizio nel ravennate e nell'Italia settentrionale (secc. VIII-XI), "Documenti di archeologia", 3, Mantova, Padus 1994
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