giovedì 17 febbraio 2022

Draghi dell'antichità

 

San Donato sconfigge il drago, basilica di Santa Maria Antiqua a Murano
immagine tratta dal sito Romano impero, che ringraziamo

«Secondo quanto riporta Svetonio, un monito celeste raggiunse l'imperatore Tiberio attraverso il seguente prodigio: "Si divertiva ad allevare un serpente dragone e un giorno, recandosi come sue abitudine a portargli il cibo con le sue mani, lo trovò divorato dalle formiche e fu avvertito che doveva guardarsi dalla violenza della folla".
Segno della predestinazione divina all'impero del fanciullo Alessandro Severo fu, secondo quanto si legge nell'Historia Augusta, il seguente prodigioso evento: "Sua madre, prima di darlo alla luce, sognò di partorire un piccolo drago color porpora". A questo proposito si ricordi che il color porpora era il colore del manto imperiale e che i draghi figuravano originariamente sui vessilli di popolazioni orientali (i Persici dracones), ma furono poi adottati anche da formazioni militari romane, ognuna della quali disponeva di un alfiere chiamato Draconarius.
Di Aureliano fanciullo l'Historia Augusta tramando poi quanto segue "...in primo luogo, quando era un bambino, un serpente si avvinghiò parecchie volte intorno alla sua bacinella, senza che fosse mai possibile ucciderlo, e da ultimo la madre stessa, che aveva assistito al fatto, non aveva voluto uccidere il serpente, considerandolo come uno di casa".
Relativamente a Nerone, Svetonio riferisce di come i due sicari incaricati da Messalina, moglie dell'imperatore Claudio, di ucciderlo durante il riposo pomeridiano, furono indotti a fuggire a causa del seguente prodigio: "La leggenda aggiungeva che gli assassini, atterriti da un serpente che si sollevava dal suo cuscino, se ne fuggirono. Questa favola si è formata perchè nel suo letto, attorno al suo guanciale, erano stati scoperti i resti di un serpente. Ciò nonostante, quando Agrippina fece incastonare questi resti in un braccialetto d'oro, Nerone lo portò per parecchio tempo attorno al suo braccio destro, lo gettò via infine quando il ricordo di sua madre gli divenne importuno e di nuovo lo fece ricercare, ma invano, al periodo delle sue ultime disgrazie". Anche Tacito fa riferimento al miracoloso scampato pericolo di Nerone: "Si narrava che due draghi gli avessero fatto la guardia quando era bambino: favolosa interpretazione, ispirata a leggende di altri paesi. Infatti egli stesso, pur non incline a denigrarsi, era solito narrare che nella sua camera era stato visto un solo serpente".

Alberto TampelliniDal serpente dell'Eden al "Magalasso". Indagine storica sul significato simbolico e culturale degli ofidi fra paganesimo e tradizione giudaico-cristiana, in: Pagani e cristiani. Forme ed attestazioni di religiosità del mondo antico in Emiliaa c. di Carla Corti, Diana Neri, Pierangelo PancaldiBologna, Aspasia 2003

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