mercoledì 12 dicembre 2018

Calvinismo a corte, l'opzione di Renata

(immagine tratta dal sito Ferrara terra e acqua, che ringraziamo)

«Particolarmente seria fu la situazione che si venne a creare nei domini estensi, dove l'eresia - pur attestata anche nell'ambiente universitario ferrarese - trovò il suo centro propulsore soprattutto nell'entourage di funzionari e collaboratori francesi che circondava la duchessa Renata di Francia, convertita al calvinismo, tanto da trasformare la sua corte (dove «fino li gargioni di stalla» sarebbero stati in grado di parlare «de le cose de Scrittura benissimo») in un punto nodale di riferimento per uomini e gruppi del dissenso religioso italiano, in grado di offrire protezione e rifugio a quanti incappavano nei rigori del Sant'Ufficio, per parte loro ben lieti di ricambiare tale ospitalità - si lamentava nell'ottobre del '48 un vescovo impegnato nella lotta all'eresia - addottrinando «quella duchessa de fina theologia». Lo stesso Calvino, a quanto pare, soggiornò brevemente a Ferrara nel 1536, all'indomani della pubblicazione a Basilea della prima edizione dell'Institutio, l'anno in cui l'arresto di alcuni «luterani ribaldi» servitori della duchessa destava grande scalpore, al punto che Ercole II in persona deplorava che si fosse «divulgato per la cittade che tutta la corte di Madama era piena di heretici». Di essa oltre a numerosi francesi, tra cui Lyon Jamet e Clement Marot che qui lavorò alla sua celebre traduzione dei Salmi, facevano parte l'umanista Fulvio Pellegrino Morato e la figlia Olimpia, poi sposatasi con un medico tedesco addottoratosi nella città estense e con lui esule in Germania nel '48».

Massimo FirpoRiforma protestante ed eresie nell'Italia del Cinquecento, Bari, Laterza 2004. Il volume è consultabile presso la biblioteca, ma pure accessibile al prestito esterno, alle norme di regolamento.

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