Tra l'Ottobre del 2003 e il Gennaio 2004 si tenne al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles la mostra "Un Rinascimento singolare: la corte degli Este a Ferrara". In concomitanza all'evento, la Fondazione Cassa di Risparmio promosse un elegante volume contenente i contributi dei maggiori storici dell'arte locale.
Leggiamo dal saggio di Gianni Venturi, "Cultura e società estensi da Nicolò II ad Alfonso":
«Alla morte del gran marchese Nicolò III (1383-1441, Signore di Ferrara dal 1393) la questione ereditaria divenne fondamentale per le sorti del principato, ipotecandone addirittura la sopravvivenza e il declino avvenuto con la devoluzione di Ferrara al papato nel 1598. Troppi eredi e scomodi se, come vedremo, Nicolò non esitò a rendere possibile l'ascesa di Leonello (1407-1450), figlio illegittimo di Stella de' Tolomei o dell'Assassino dalla quale ebbe pure Ugo e Borso, ma ciò che interessa è che dalla schiera degli eredi i favoriti, morto Ugo nella fosca vicenda del suo amore per la matrigna Parisina, furono i figli di Stella a cui venne impartita una educazione da principe. E se l'elezione di Leonello forse oggi può spiegarsi con la tenerà età del legittimo Ercole, meno poteva essere compresa e accettata dagli storici cinquecenteschi che nella scesa al potere di Leonello intuirono la minaccia divenuta reale della devoluzione, reclamata dallo stato della Chiesa proprio per la mancanza di eredi legittimi maschi. In realtà la scelta di Leonello fortemente voluta da Nicolò che lo legittima nel testamento del 1441 fa esplodere quella straordinaria situazione esclusivamente ferrarese che vede succedersi per una sessantina di anni sul trono dello stato estense ben tre fratelli la cui educazione, intelligentemente programmata da Nicolò, fa di Ferrara e della Signoria estense uno dei capitoli più affascinanti dell'Umanesimo e di ciò che ancora oggi, forse impropriamente, chiamiamo Rinascimento»