martedì 3 luglio 2018

Barbara d'Austria

Chiesa del Gesù, mausoleo a Barbara d'Austria, foto tratta da Wikipedia
Continuando la tradizione che vuole le duchesse estensi molto devote alle chiese della città, Barbara d'Austria penultima duchessa legittima di Ferrara volle essere inumata nella chiesa del Gesù. Profondamente religiosa, Barbara era figlia di Ferdinando I e di Anna di Boemia, quarta di sei sorelle. Nel 1565 sposò Alfonso II che era alla disperata ricerca di un erede per tentare di trattenere Ferrara agli Estensi; neppure questa unione si rivelò fertile (in precedenza Alfonso aveva già sposato Lucrezia Medici, dopo la morte di Barbara ritenterà con Margherita Gonzaga, senza successo).
Sebbene di sangue imperiale, da subito si offrì alla città con atteggiamento per nulla altezzoso e seppe conquistarsi in breve l'affetto del marito, della corte e del popolo tutto. L'ambasciatore veneto Contarini, descrivendo l'atteggiamento dei ferraresi verso le loro duchesse disse che «di niuna si erano contentati come di questa». All'esatto opposto della suocera, l'altera Renata, Barbara aveva subito adottato le usanze ferraresi e studiato l'italiano. La sua corte si era ben amalgamata con quella estense, ed ebbe ottimi rapporti con le cognate. Non conobbe mai di persona la suocera, perchè già ripartita per la Francia, tuttavia sono attestati rapporti epistolari improntati al massimo rispetto e filiale osservanza: la informava degli eventi di corte firmandosi «obbedientissima figliola».
Di temperamento pio e devoto, ogni giorno assisteva a tre messe; continuativamente attenta all'assistenza di poveri e bisognosi, in seguito al devastante terremoto che squarciò Ferrara nel novembre del 1570 fondò il Conservatorio per le orfane di santa Barbara, servendosi unicamente di finanze personali; fu per questo molto amata dal popolo ferrarese. Morì di malattia polmonare a soli 33 anni; durante la malattia l'ambasciatore fiorentino Bernardo Canigiani scrisse «La città tutta motu proprio prega per la sua salute giorno e notte, sine intermissione». Alla sua morte, lo stesso riferì che «il dolore per questa perdita del signor Duca, di tutti gli stati et maxime della povertà non si potrebbe mai scrivere». Anche la suocera espresse le proprie condoglianze al figlio, inviando un biglietto nel quale definiva la nuova «donna tanto amabile, per me come una figlia amatissima».
Il mausoleo che la ricorda, attribuito a Francesco Casella, venne eseguito nel 1591, ben vent'anni dopo la morte della sfortunata duchessa, seguendo in ciò i rallentamenti della fabbrica più volte interrotta. Nel frattempo le sue spoglie mortali rimasero esposte in una semplice cassa ricoperta da un drappo di velluto nero. Il busto fu probabilmente scolpito su un calco preso sul viso della defunta; la riproduzione dei lineamenti è quindi estremamente verosimile. Ai lati, due figure allegoriche su volute di marmo rosso, di cui sono fatti anche sarcofago e basamento, mentre ancora bianchi appaiono i putti, i festoni e l'aquila estense che veglia sulla lapide.

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