lunedì 21 maggio 2018

Ferrara e i longobardi: la Promissio carisiaca

(immagine tratta da Wikipedia)

La dominazione longobarda a Ferrara iniziò probabilmente nel 751, ad opera di Astolfo.
La prima menzione del ducatus Ferrariae data al 575 e si trova nella cosiddetta Promissio carisiaca¹, documento che attesta la donazione di Pipino alla Santa Sede dei territori sottratti ai longobardi. Il documento fa parte dei Monumenta Germaniae Historica, una serie completa di fonti per lo studio dei popoli germanici e più in generale dell'Europa, dalla caduta dell'Impero romano d'Occidente al XVI secolo. Il termine qui usato, ducatus appunto, non va inteso nell'accezione successivamente adottata di feudo governato da un duca, semplicemente comproverebbe che a quel tempo il nucleo abitato era a capo di un territorio politicamente e amministrativamente organizzato. 

In questo anno 757 Pipino obbliga Desiderio a restituire Ferrara al papa Stefano II; restituzione non definitiva in quanto nelle fase concitate seguite alla caduta del regno longobardo, Ravenna nuovamente consolida il dominio sulle città emiliane, e massimamente su Ferrara, evidente area di confine e dunque di frizione tra Roma, Ravenna e il regno. Successivamente sarà Ottone II a restituire nuovamente la città alla Santa Sede nel 967 ma la difficile dialettica tra forze imperiali e papali proseguirà ancora. Solo dopo il Mille, la Ferrara politico-amministrativa si svilupperà sulla riva opposta del Po, attorno al nuovo ceto dirigente Marchesella-Adelardi che vorrà la sua cattedrale nella zona dei "nuovi" palazzi nobiliari. Sarà il vescovo filoromano Landolfo (1101-1138) grazie all'appoggio di Guglielmo Marchesella a coagulare il ceto dirigente cittadino attorno alla costruzione della nuova cattedrale, i cui lavori prenderanno il via nel 1135.
Della successiva storia di San Giorgio detto oggi transpadano (o fuori le mura) si sa pochissimo, se non che divenne una semplice pieve transpadana; rimase ai Canonici Regolari sino al 1417 quando il marchese Niccolò III d'Este la affidò ai Benedettini di Monte Oliveto, che ricostruirono completamente sia la chiesa che il monastero. 
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¹ da Carisium, nome latino di Quierzy

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