lunedì 11 gennaio 2021

DPCM, ovvero.... Detti dei Padri della Chiesa e Monastici

 

(miniatura dell'XI secolo, tratta dalla pagina Wikipedia ad vocem)

«I discepoli raccontavano dell'abate Bessarione che la sua vita era stata come quella degli uccelli nell'aria, dei pesci, degli animali di terra e che era stato tutto il tempo della sua esistenza in pace e senza preoccupazioni. Non aveva infatti il pensiero di una casa, né la sua anima sembrò che fosse dominata dal desiderio di un luogo in particolare, dall'eccesso di cibo, dal possesso di beni o dall'abitudine ai libri. Era libero in tutto e per tutto dalle passioni del corpo. Nutrito dalla speranza del futuro e fermo nella roccaforte della fede, egli sopportava, come un prigioniero, qualsiasi posto, resistendo al freddo e alla nudità oppure alle ustioni provocate dal calore del sole, stando sempre all'aperto. Si graffiava andando in giro su per le rocce dei deserti e gli piaceva spingersi sovente, come se andasse per mare, in vaste e inabitate regioni di sabbia. Se gli capitava di andare in luoghi più civili, dove i monaci conducono una uguale vita tra di loro, stando in comune, rimaneva fuori dalla porta, piangeva e si lamentava come uno che è stato vittima di un naufragio. E se uno dei fratelli fosse uscito, lo avrebbe trovato nella condizione di un mendico, a sedere, come uno dei poveri del mondo, e fattosigli vicino, gli avrebbe pietosamente detto: "Perchè piangi uomo? Se ti manca qualcosa di necessario a seconda delle nostre possibilità lo potrai avere. Adesso entra dentro, mangia insieme a noi e ristorati". Ma lui avrebbe risposto che non si poteva fermare sotto un tetto, prima di aver trovato i beni della sua casa, dicendo infatti che in modi diversi aveva perduto molte ricchezze: si era imbattuto nei pirati, aveva fatto naufragio, decadendo dal suo alto rango, diventando da nobile, ignobile. E l'altro, dolendosi per un tale racconto, rientrando nella cella, preso un pezzo di pane , glielo avrebbe offerto dicendo "Prendi questo, padre. Il resto te lo concederà Dio, la patria, la nobiltà, le ricchezze di cui tu parli". Ancor più addolorato, stringendo fortemente i denti, avrebbe aggiunto: "Non saprei dire se sarà possibile ritrovare ciò che io cerco dopo averlo perduto. Per adesso sono contento di rischiare ogni giorno la vita, senza avere nessuna tregua nelle mie immense disgrazie. L'unica urgenza, infatti, è che io vada continuamente errando, finchè non avrò finito la corsa"».
tratto da Detti dei Padri del deserto, a cura e con introduzione di Lucio Coco, Casale Monferrato, Piemme 1997, pp. 87-88.

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