(immagini tratte da Wikipedia)
Abbiamo già avuto modo di fornire indicazioni bibliografiche circa le epidemie di peste a Ferrara, segnatamente qui, per quanto riguarda il Quattrocento, e qui sull'epidemia del 1528.
Ma pure la cosiddetta "peste manzoniana" del 1630 fu "attenzionata" dalle istituzioni cittadine. Ne parla Michele Bianco nell'articolo La peste del 1630 nel Ferrarese.
"Il 3 novembre 1629 fu pubblicato a Ferrara il primo dei bandi atti a prevenire il propagarsi della peste tra le popolazioni sottoposte all'autorità legatizia; il morbo - la peste di manzoniana memoria - aveva già dato notizia di sè e il bando in questione avvisava, per l'appunto, della sua sicura presenza nel territorio di Lecco, nella Valle di Madrera e in «Luoghi Oltremontani». La storia degli avvenimenti, del susseguirsi d'apprensioni, sospetti di contagio, contagio effettivo, provvedimenti e di ogni altra cosa degna d'interesse fu raccontata, per quanto riguarda Ferrara e la sua Legazione, in un libretto di poche decine di pagine, edito poco tempo appresso quegli avvenimenti, con il titolo di Memorie di quanto s'è fatto per preservazione dalla Peste di Ferrara; lo scopo del libretto, poi ristampato in edizione successiva, altro non era se non quello, lodevole, di rinnovare nella memoria delle generazioni che sarebbero seguite la totalità dei provvedimenti politici, sociali, igienici, sanitari e religiosi che si ritennero aver preservato Ferrara dalla pestilenza che in altre città del settentrione e centro Italia mieté in quell'occasione numerose vittime.
La storia e successiva cronachistica ferrarese su questo argomento è sicuramente debitrice di questa essenziale ma non esclusiva fonte; altri documenti parlano più o meno diffusamente di quei tre anni 1620, 1630, 1631 in cui la peste fece altrove strage. Questo studio è il frutto dell'esame della corrispondenza, inviata da parroci, curati, economi, medici o altri soggetti ancora, che nel corso di alcuni mesi pervenne alla cancelleria del vescovo Magalotti in seguito a sue disposizioni. La finalità prima di questa corrispondenza era essenzialmente di ordine pastorale, ma ciò che ora se ne può ricavare è una documentazione articolata e e variegata, se non anche esatta e puntuale, di ciò che andava accadendo in quei mesi così drammatici".
L'articolo il questione è contenuto nel n. 15/1990 di Analecta Pomposiana alle pp. 137-143, ed è consultabile in biblioteca alle norme di regolamento.