Mario Bacchiega è stato docente di Storia delle religioni alla Pontificia Facoltà Teologica "Marianum". Fra i massimi esperti di storia della religioni, pubblicò agli inizi degli anni '70 un testo sulla universalità della funzione sacra del cibo nelle varie tradizioni religiose. Un testo oggi un po' dimenticato, eppure assolutamente prezioso per la minuziosità teologica con cui viene affrontato l'argomento. Ne leggiamo insieme qualche riga, ricordando che il testo non è accessibile al prestito - e il DPCM in vigore vieta tuttora l'utilizzo della sala studio - ma è possibile richiederne scansioni all'indirizzo mail stefania.biblioteca@gmail.com
"Ci sono dunque coloro che vedono e coloro che non vedono, vi sono quelli che vedono tanto, e quelli che vedono poco. Il sacro si rivela per quel tanto, o per quel poco, che può, da ognuno essere capito; ed è per questo che esso è percepito in modo differente. Il sacro del pasto sarà pertanto indicato in modi diversi; e ciò ha generato discussioni talvolta accese. Ma le discussioni sono frutto delle limitazioni in cui il veggente è ancora irretito. Limitazioni di natura logica, mistica, sensuale, devozionale; o, magari, limitazioni derivanti da condizionamenti educativi, o dall'età psichica. Se io dunque guardando l'oggetto della trasformazione che ho davanti a me dico che il pane è rimasto pane, dirò una cosa vera, come il ferro, divenuto caldo, è sempre ferro. Se dico invece che il pane si è trasformato, dirò egualmente una cosa vera, e non sono in contraddizione. Anzi, attesa questa apparente contraddizione, si può dire che il pasto, divenuto sacro, è allo stesso tempo svelato e nascosto. La profondità cioè così straordinariamente apparsa non contrasta con l'abituale esteriorità. L'immobilità del profondo non contrasta con la mobilità della superficie. Nell'antico Egitto si sapeva illustrare efficacemente queste cose, allorchè si diceva che gli dei hanno la «carne d'oro». Vi era cioè la comprensenza della carne e dell'oro; e si sa che l'oro, in quanto metallo di natura solare, indica nella simbologia religiosa una particolare, sublime forma di consapevolezza che tra l'altro dona l'immortalità. La «carne d'oro», il «pane divino», la «scoperta dell'essenza del pane» è tutta una terminologia equipollente, che nasconde lo stesso mistero".
Mario Bacchiega, Il pasto sacro, ed. Cidema, Padova 1971
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