martedì 2 aprile 2019

L'Oratorio di san Martino e la Confraternita del SS. Sacramento


Si trova alla fine di via Fondobanchetto, poco prima di incrociarsi con via Coperta.
Nella seconda metà del secolo scorso ospitava un'autorimessa.
Leggiamo nelle Memorie istoriche di Giuseppe Antenore Scalabrini:

Nella contigua strada vedesi la Chiesa di San Martino prima antica Parrocchiale, oggidì Oratorio della Compagnia del Santissimo Sagramento, e già fin dell'Anno 1574 eretta nella Chiesa Parrocchiale di San Tommaso, aggregata alla Confraternità della Minerva di Roma l'anno 1512, che veste sacco di tela bianco con cingersi di cordon rosso. Questa come sopra si disse Parrocchiale, era delle ragioni della Badia di San Bartolo de' Monaci di San Benedetto, fuori di Ferrara fin dell'Anno 1300, e prima della Badia di Santa Maria in Aula Regia fin del 954. Fu soppressa in essa la Cura delle Anime dal Card. Carlo Pio vescovo di Ferrara l'anno 1656, dopo la morte del Reverendo Marco Bianchi suo Rettore, per le poche sue rendite, ed alla Parrocchia di San Pietro raccomandata, qual Rettore d'intitola di San Pietro, e San Martino.

Fin qui lo Scalabrini, che scrive nel Settecento. Di poco anteriore l'opera di Carlo Brisighella, che riporta dettagli sulle decorazioni presenti all'epoca:

La Madonna della Concezione, che sotto la prima nave alla destra sopra d'un altare si vede è opera delle migliori di Domenica Mona, il quale dipinse ancora li Misteri del Rosario e gli Evangelisti che ivi intorno si veggono.
All'incontro il S. Martino a cavallo, che divide il mantello col povero è dipinto da Niccolò Roselli. Nel quadro del coro Cesare Croma colorì S. Martino vescovo turonense, e Santa Beatrice Martire.

Abbiamo cercato notizie di queste opere nella ricostruzione dell'"Indice ragionato" del Baruffaldi (ed. Mezzetti-Mattaliano, Ferrara Cassa di Risparmio 1981); purtroppo risultano desolatamente disperse:

Secondo M.A. Guarini, 1621, vi fu sepolto il valente architetto di Papa Paolo III, Giacomo Meleghini. La Concezione della Vergine del Bastarolo completata da Domenico Mona con i quindici Misteri del Rosario, dal Frizzi e dal Barotti attribuita interamente al Mona, il Cittadella la crede del Mona con l'assistenza del Bastarolo, dispersa; San Martino e Santa Beatrice martire dipinto di Cesare Cromer, disperso; i quindici Misteri del Rosario di Domenico Mona a contorno della Concezione del Bastarolo, dispersi; Il Santo Titolare (San Martino) del Parolini sull'altare in sostituzione di quello del Roselli, disperso, San Martino pala d'altare del Roselli, sostituita in seguito da un dipinto di Jacopo Parolini, forse identificabile con il dipinto dello stesso soggetto ugualmente del Roselli che la nota del Boschini a p. 410 del vol. I indica nella sagrestia di San Paolo. Attualmente il dipinto è posto nella cappella del Carmine a destra. G. Frabetti non la considera opera del Roselli ma di Gerolamo d'Alemagna.

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