«A partire dal Duecento l'iconografia cambia, anche perchè si diffonde l'eresia catara, secondo la quale la morte di Gesù fu solo apparente e non reale, come la nascita e la vita stessa. Per contrastare queste posizioni teologiche eterodosse, il Cristo iniziò ad avere una corporatura imponente, con possente muscolatura, il corpo inarcuato oltre misura per sottolinearne, nell'abbandono delle forze dopo essere spirato, tutta la pesantezza, perchè completamete senza vita; gli occhi sono chiusi e il sangue esce dalle ferite, come si vede ad esempio nel Crocifisso di Giunta Pisano conservato nella chiesa di San Domenico di Bologna. E proprio francescani e domenicani si servono, nella loro predicazione per contrastare l'eresia catara, anche di questa iconografia».
L'intero articolo, dal titolo "Et inclinato capite, emisit spiritum" (Gv 19,30). Le pagine evangeliche e il crocifisso di Giotto nel tempio malatestiano, si trova all'interno dell'antologia Il libro aperto e divorato - Bibbia: traduzione e tradizione, cultura e arte, a cura di Guido Benzi con prefazione di Stefano Arduini. L'articolo da cui abbiamo tratto queste poche osservazioni è opera di Marcello Panzanini, bibliotecario presso la nostra sede.
Cogliamo l'occasione per porgere a tutti i nostri affezionati lettori i più sentiti auguri di
Buona Pasqua
Il servizio al pubblico riaprirà lunedi 29 aprile 2019
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