martedì 24 dicembre 2019
sabato 21 dicembre 2019
giovedì 19 dicembre 2019
Don Lorenzo Paliotto
All'alba di lunedi 16 dicembre u.s. è mancato don Lorenzo Paliotto, storico insigne e vicearchivista dell'Archivio Storico Diocesano.
La Biblioteca perde un amico carissimo, la Chiesa tutta perde oltre che un sacerdote di particolare umanità, l'apprezzato autore di alcune tra le più brillanti pubblicazioni su Sei- e Settecento diocesano.
Lorenzo Paliotto era malato da tempo, ma la notizia della sua scomparsa ha ugualmente destato grande tristezza nella comunità che per anni aveva potuto godere della sua grande preparazione storica e culturale.
Lo ricordiamo attraverso i titoli delle sue opere principali:
Le Cinquecentine della Biblioteca del Seminario di Ferrara, S.A.T.E. 1985
Il Seminario di Ferrara: notizie e documenti, S.A.T.E. 1998
Giovanni Fontana vescovo di Ferrara (1590-1611), Cartografica 2002
Ferrara nel Seicento. Quotidianità tra potere legatizio e governo pastorale, vol. 1, Cartografica 2006
Ferrara nel Seicento. Quotidianità tra potere legatizio e governo pastorale, vol. 2, Cartografica 2009
Clero e non solo. Il Settecento religioso ferrarese, istituzioni e persone, Cartografica 2012
Solo pochi titoli, ma l'intero catalogo comprende saggi, articoli, contributi e ricerche disseminate nelle più prestigiose riviste di storia locale. Lo ricordiamo con affetto e gratitudine.
La cerimonia di commiato si terrà sabato 21 dicembre alle ore 10,30 nella chiesa di Marrara
venerdì 13 dicembre 2019
Ivano Fabbri, in arte Fabbriano
(la foto è tratta dal sito Listone mag, che ringraziamo)
Un suo primo ritorno a Ferrara, dopo una giovinezza trascorsa fra i principali "cenacoli" artistici europei, si situa in occasione della mostra tenutasi nel 1974 presso il Centro Attività Visive del Palazzo di Diamanti. Alcuni suoi lavori parteciparono alla collettiva organizzata in occasione del V° centenario della nascita di Ludovico Ariosto, Illustrazioni dal furioso, dal cui catalogo pubblicato a Casalfiumanese (BO) per le Grafiche Liton abbiamo tratto questa illustrazione del canto XXIII. Il catalogo è ovviamente consultabile in biblioteca, alle norme di regolamento.
Le esequie del maestro si terranno presso il tempio di San Cristoforo lunedi 16 dicembre p.v. alle ore 10,30; alle 11 si terrà una breve cerimonia di commiato.
Le esequie del maestro si terranno presso il tempio di San Cristoforo lunedi 16 dicembre p.v. alle ore 10,30; alle 11 si terrà una breve cerimonia di commiato.
venerdì 6 dicembre 2019
Il concerto di Natale del coro polifonico San Gregorio Magno
L'offerta di concerti ed eventi a tema natalizio è davvero ottima in città, per ricchezza e qualità. Fra i molti, segnaliamo intanto l'esibizione del Coro polifonico di San Gregorio Magno che unisce una connotazione artistica di primo livello ad una bellissima causa: l'ingresso prevede infatti una libera offerta che andrà a supportare il canile comunale cittadino gestito dall'associazione Avedev.
Il concerto si svolgerà nella suggestiva cornice della "Sala della musica" con ingresso da via Boccaleone n. 19; la data è domenica 15 dicembre alle ore 16,30.
Il coro si avvale della sapiente direzione del Maestro Emanuele Ammaccapane, la soprano è Maura Bolognesi, al flauto solista la Maestra Eloisa Ferrari. Accompagna al pianoforte il Maestro Jacopo Bonora.
Siamo tutti invitati!
venerdì 29 novembre 2019
Teodoro Bonati
Ho fatto le medie al Bonati. All'epoca, si trovava in via Savonarola 32 - oggi vi ha sede l'Istituto di Istruzione Superiore "Luigi Einaudi". Ma, come la maggior parte dei miei compagni, non sapevo minimamente chi fosse il cav. Teodoro Bonati, e qualcuno fece battute quando dalla facciata della loggia di San Crispino apprendemmo che si trattava "semplicemente"... di un'idraulico!
Eppure, in tempi di piena del Po potremmo riflettere su cosa potesse propriamente significare il termine, a cavallo tra Sette e Ottocento. Teodoro Bonati in realtà fu medico e matematico, ingegnere e accademico, docente di idrostatica e idrodinamica presso l'Università cittadina. Ne troviamo ampia notizia nel Dizionario Biografico Treccani, ad vocem.
Oltre alle Riflessioni critiche presentate in foto qui sopra, in Biblioteca è possibile consultare un curioso Sperimento proposto per iscoprire se realmente la terra stia quieta oppure si muova. Si tratta ovviamente di fascicoli facenti parte del fondo antico, e quindi consultabili soltanto in loco previo appuntamento.
martedì 26 novembre 2019
Il soffio di Saint-Denis
La Biblioteca del Seminario conosce bene il dott. Marco Bonora, per aver concorso alla pubblicazione di due suoi volumi: Da Bologna a Ferrara, il Novecento nell'arte della vetrata istoriata, quarto della collana L'occhio di Ulisse nel 2009 e 150 pagine di Vetro per l'Architettura nel 2012, editi entrambi da Cartografica. Marco Bonora, laureato all'Università di Ferrara in Scienze Matematiche - Beni culturali, dal 1981 collabora con industrie multinazionali nel settore della produzione, progettazione e marketing del vetro prestazionale per l'Architettura. Ora esordisce come narratore con la pubblicazione di un romanzo di ambientazione medievale, Il soffio di Saint Denis, che presenterà sabato 14 dicembre alle ore 17 a San Giorgio di Piano. Nel porgere a Marco i nostri più cari auguri per la nuova avventura editoriale, segnaliamo l'evento e invitiamo a partecipare.
giovedì 21 novembre 2019
Tamar Herzig a Ferrara
Tamar Herzig è studiosa particolarmente legata a questa città, a motivo principalmente dei suoi studi su Lucia da Narni. Spesso citata da mons. Samaritani nella sua monografia, è autrice di The Rise and Fall of a Savonarolian Visionary: Lucia Brocadelli's Contribution to the Piagnone movement, uno studio peculiare che mette in luce i legami tra la mistica viterbese e il pensiero savonaroliano, segnatamente al movimento dei Piagnoni. Tamar Herzig sarà domenica 24 novembre h. 10,30 a Casa Romei, per illustrarci i risultati delle sue recenti ricerche sulla figura dell'ebreo Salomone da Sesso, orafo di Lucrezia Borgia. L'evento è stato reso possibile dalla sinergia tra Comunità ebraica di Ferrara, Libreria Sognalibro, Polo Museale dell'Emilia Romagna - Museo di Casa Romei e le seguenti associazioni culturali: Gruppo Archeologico Ferrarese, Garden Club Ferrara, Centro Documentazione Donna, e rientra nella serie di manifestazioni incentrate su Lucrezia Borgia a 500 anni dalla sua morte.
venerdì 15 novembre 2019
Dino Tebaldi, il Maestro
Quanto manca, alla nostra epoca e alla nostra città, un Maestro come Dino Tebaldi!
Il libro è consultabile in biblioteca, assieme ad altre preziose testimonianze degli itinerari ferraresi di Tebaldi, fra cui segnaliamo La cerchia intorno, Giovanni Vicentini editore, 1993.
Ci piace richiamare qui la bella definizione di Riccardo Roversi, «una sorta di Diogene contemporaneo munito di computer portatile, che utilizzava la sua premeditata distanza dal "caos" quotidiano per osservare meglio la realtà che lo accoglieva e che archetipicamente gli apparteneva».
Gli è stata dedicata una piccola ma laboriosa biblioteca di quartiere in via Ferrariola, la potete trovare qui.
Il Maestro scrisse tantissimo - e tanti dei suoi scritti potete ritrovare nella nostra biblioteca e al CEDOC di Santa Francesca; insieme, andiamo a leggere qualche riga dal piacevolissimo Ferrara. Le strade del silenzio.
«La stradina che adesso si chiama Via G. Frescobaldi - laterale di Corso della Giovecca, tra la Via Palestro (già Boccacanale di S. Guglielmo) e le Porte Serrate (ora via Montebello) - per secoli s'è chiamata Via delle Zitelle: un epiteto che forse voleva... prendere in giro qualcuno, ed ha poi sempre fatto sorridere tutti. Si può pensare - sbrigativamente - che sia nata con l'addizione urbanistica rinascimentale, prolungamento logico del medievale asse Vignatagliata-Via del Fasolo (ora De' Romei). È più probabile, invece, che esistesse anche prima, silenzioso sentiero campestre diretto ad una verde delizia degli Este, «specializzati» in intrighi di corte, prelievi fiscali e bagordi lontani dagli occhi di tutti. Lo lascia intendere il sottotitolo della targa stradale: Via di Belvedere.
Le zitelle che avevano dato nome alla strada stavano di là della Giovecca, ospiti dell'orfanotrofio S. Margherita che Barbara d'Austria aveva aperto - dopo il 1570 - nel deserto Palazzo Pendaglia (attuale sede della scuola alberghiera): un luogo per giovanette senza famiglia, in attesa di trovare marito (che chiedevano in preghiera a Santa Zita)».
Le zitelle che avevano dato nome alla strada stavano di là della Giovecca, ospiti dell'orfanotrofio S. Margherita che Barbara d'Austria aveva aperto - dopo il 1570 - nel deserto Palazzo Pendaglia (attuale sede della scuola alberghiera): un luogo per giovanette senza famiglia, in attesa di trovare marito (che chiedevano in preghiera a Santa Zita)».
Il libro è consultabile in biblioteca, assieme ad altre preziose testimonianze degli itinerari ferraresi di Tebaldi, fra cui segnaliamo La cerchia intorno, Giovanni Vicentini editore, 1993.
martedì 12 novembre 2019
Isa Magrini Ascoli, pittrice bassaniana a Ferrara
«Recentemente sono apparsi sul mercato antiquario di Ferrara un paio di bellissimi dipinti di Isa Magrini Ascoli, pittrice valente quanto rara a trovarsi. Si tratta di due oli su tela di cm. 80x150 realizzati agli inizi del Novecento, presumibilmente per arredare una boiserie di gusto liberty di un salotto ferrarese (la stessa casa dell'autrice?).
I due pannelli hanno una forte connotazione simbolica: il primo rappresenta una figura femminile, dalla chioma fulva, ripresa di spalle nell'atto di suonare una chitarra. L'ambientazione notturna della scena si arricchisce di suggestivi elementi architettonici (una balaustra sulla quale poggiano curiosi vasi decorati), naturalistici (piante rampicanti simili a viticci, attorcigliate sulle colonnine) e atmosferici (nuvole striate che attraversano un cielo bluastro). Questo dipinto è stato restaurato dallo scrivente».
E "lo scrivente" è il compianto Antonio P. Torresi, autore dell'articolo Una pittrice bassaniana artista ebrea tra Ferrara e l'Europa, comparso sul n. 10/1998 della rivista «Ferrara storia».
(Dall'articolo abbiamo tratto anche l'immagine del dipinto, irreperibile in altro modo; ci scusiamo per la cattiva qualità della riproduzione).
Su Isa Magrini Ascoli, nata a Ferrara nel 1876 e deceduta nel campo di concentramento di Auschwitz, troviamo notizie biografiche qui, qui e qui; segnaliamo pure il saggio di Lucio Scardino La pittrice ferrarese Isa Magrini Ascoli, dilettante di gran classe, apparso nel 2015 all'interno del volume Vicino al focolare e oltre : spazi pubblici e privati, fisici e virtuali della donna ebrea in Italia (secc. XV-XX): atti del convegno internazionale di studi organizzato dal Museo internazionale dell'Ebraismo italiano e della Shoah, in collaborazione con Archivio di Stato di Ferrara; 18-19 novembre 2014, Aula magna del dipartimento di economia e management, Ferrara.
mercoledì 6 novembre 2019
Cenni biografici su Adolfo Magrini
Nel post Ferrara città incantata è stato fatto fuggevole cenno al pittore simbolista Adolfo Magrini (1876-1957). L'accenno richiamava le sue rappresentazioni della "leggenda nera" legata a Marfisa d'Este, evidentemente famose visto che anche il primo contributo che ci viene incontro dal nostro catalogo si intitola precisamente Le due Marfise di Adolfo Magrini (ne è autore Lucio Scardino, in La Pianura n. 2/87). Dal noto critico apprendiamo che l'artista «nacque il 10 luglio 1874 a Ferrara, dall'avvocato Pietro. Qui frequentò la civica scuola d'arte "Dosso Dossi" con insegnanti Longanesi, Ravegnani, Legnani: quindi si perfezionò all'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida del grande Domenico Morelli. Se a Ferrara Magrini ricevette robusti rudimenti pittorici, a Napoli il contatto con l'opera di Morelli (autore, fra l'altro, di vari dipinti sulla vita del Tasso, di ambientazione ferrarese) lo suggestionò nell'adozione di una sorta di tardo Romanticismo storico, con evidente substrato veristico, benchè "letterariamente" trasfigurato. Tornato a Ferrara, oltretutto, l'amicizia con il coetaneo Domenico Tumiati, poeta, critico e commediografo, rappresentante di istanze simbolistiche, idealiste e, infine, storico-realiste (celebri i suoi drammi dedicati ai personaggi del Risorgimento), amico di audaci pittori moderni quali Previati, Segantini e Pellizza, fece il resto».
(immagine tratta da un lotto della casa d'aste on-line Catawiki)
Cursoriamente ne parla anche Antonio P. Torresi nel saggio Esercizi d'ornato neoestense: le cappelle del forese (All'ombra dei pioppi, cimiteri nel forese di Ferrara, Liberty House 1991)
«Tra i membri più significati di queste commissioni (si parla delle Commissioni Municipali di Belle Arti, n.d.s.) va ricordato l'architetto Adolfo Magrini, docente all'Università ferrarese, direttore della Civica Pinacoteca e progettista quando mai eclettico, il quale postillò varie richieste negli anni Venti».
(pubblicità tratta dal sito Rumori rubati, testimonia la sua attività di incisore, illustratore e scenografo)
Nel nostro catalogo, abbiamo trovato poco altro. Firma, con lo pseudonimo Endymion, un articolo su Gaetano Previati apparso nell'Avvenire d'Italia del 24 gennaio 1910.
lunedì 28 ottobre 2019
Per le vie di Ferrara
Esce per le edizioni Faust un volumetto dedicato alle edicole devozionali presenti sul territorio, Per le vie di Ferrara, opera di una cara amica della Biblioteca, Daniela Fratti, laurea in Medicina e Chirurgia, master in Psicopatologia e Scienze forensi, già autrice di stimolanti ricerche sulle istituzioni caritative a Ferrara tra Sei e Ottocento e sulla presenza femminile nel tessuto sociale della città.
L'argomento è introdotto dallo studio Graziose maestà, sulle diverse tipologie dei manufatti di culto; seguono poi tre saggi che ben delineano l'ottica di genere cui è orientata la ricerca: Lo spazio femminile; Un angolo tutto per sè: spazio femminile e spazio devozionale; Rosario, preghiera di genere e la ricostruzione storica Io il lunario non lo conosco, storia vera di due popolane ferraresi tratta da documenti di Curia del 1638.
L'Autrice non manca di richiamare il precedente I muri di Maria, opera di Chiara Toschi Cavaliere già richiamata nel nostro blog.
Corona il tutto l'elenco puntuale delle immagini devozionali, seguito da ampie schede descrittive, puntuali indicazioni di ubicazione e numerose fotografie che ne favoriscono la localizzazione.
Ci piace infine rammentare che la prefazione è stata scritta da un'altra preziosa amica della Biblioteca, Diane Yvonne Ghirardo della University of Southern California, autrice di numerose pubblicazioni sulla Ferrara rinascimentale.
Come "assaggio" del libro, abbiamo scelto un brano che rappresenta un vero e proprio omaggio alla città:
«I motivi per percorrere strade e vicoli ferraresi non di corsa si concentrano in una sola parola: dettagli. Camminando per Ferrara l'occhio si posa continuamente su aspetti di volta in volta nuovi. Può trattarsi di un cornicione, di un bugnato in una sede inaspettata, di un'inferriata dai disegni inconsueti, di una parasta decorata da fregi marmorei che sembrano incisi a punta di coltello o anche del solo riflesso del sole sui ciottoli che pavimentano le strade della città medievale: un chiaro-scuro di luci e d'ombre in un'infinita sfumatura di grigi e di bianchi che stordise e "straluna", favorendo una peculiare sensazione d'inquietudine. Si coglie una sorta di spiritualità in agguato, e se dietro l'angolo incontriamo un'edicola devozionale o um'immagine mariana arrampicata su di un muro o una piccola testa di cherubino a sovrastare l'architrave di un ingresso non ci meravigliamo affatto: molto di più ci colpirebbe la loro assenza, tanto che dopo averne individuata una - mai prima vista - lungo una strada qualunque, ci mettiamo ad osservare con attenzione puntigliosa per individuare la successiva, che immancabile compare cento metri dopo».
martedì 22 ottobre 2019
Corso di legatura del libro
Oltre che un amico prezioso della Biblioteca del Seminario, Franco Antolini è attualmente uno dei maggiori esperti di legatura, conservazione di beni librari e opere su carta.
Sabato 9 e domenica 10 novembre la Legatoria Antolini offre l'opportunità di fare esperienza "sul campo" in un corso di legatura del libro. Un'occasione preziosa per chi vuole accostarsi al mondo della legatoria artigianale e conservare nel migliore dei modi i propri libri, operando piccoli restauri e apprendendo le basilari tecniche di riparazione.
La Legatoria ha sede in via Aldighieri al n. 29/a.
Per informazioni scrivere a: francoantolini@libero.it
venerdì 18 ottobre 2019
Ferrara, città incantata
Nel segnalare l'imminente evento a tema fantasy che si svolgerà nella splendida cornice del nostro centro storico, recuperiamo un articolo del compianto Gabriele Turola, comparso su La Pianura n. 3 del 1995, dal titolo Ferrara, città di maghi e di fantasmi. Leggiamo qualche curiosità.
«In corso Giovecca si trova la Palazzina di Marfisa d'Este intorno alla quale circola una leggenda macabra, degna dei romanzi gotici. Marfisa d'Este, nipote di Lucrezia Borgia, tradiva il marito Alderano Cybo, principe di Massa Carrara durante le sue frequenti assenze, e come se non bastasse in preda a una forma di furia omicida assassinava i suoi amanti gettandoli nel pozzo che sorge nel giardino e in fondo al quale erano collocati affilati rasoi. Ebbene si narra che a mezzanotte si sentano scalpitare i cavalli e cigolare le ruote di una lugubre carrozza all'interno della quale siederebbe il fantasma di Marfisa che trascina come in una danza macabra gli scheletri dei suoi amanti sciagurati. Questa scena tenebrosa e orripilante è stata raffigurata in un acquerello e in un dipinto databile alla fine dell'800 del pittore simbolista ferrarese Adolfo Magrini»
(l'immagine è tratta dal sito di Tripadvisor, alla seguente pagina)
«Altro mago non meno fantastico e inquietante fu Bartolomeo Chiozzi detto il Chiozzino (Mantova 1671?-Ferrara 1744?), sorta di Faust ferrarese più vicino alla versione del Goethe che a quella di Marlowe in quando alla fine, dopo il suo patto col diavolo, riuscì a redimersi. Di lui parla Riccardo Bacchelli ne "Il Mulino del Po" e a lui la Liberty House ha dedicato un volumetto pubblicato nel 1987, illustrato dal sottoscritto. Allorchè abitava nel Palazzo Palmiroli nell'attuale Via Ripagrande n. 29 a Ferrara, il Chiozzino scavando per terra trovò un libro di arte numerica (cabala) e pronunciando una formula magica evocò un diavolo che si presentò col nome di Fedele Magrino e col soprannome di Urlone per la voce altisonante e chi gli giurò fedeltà promettendo di servirlo e di esaudire ogni suo desiderio in cambio della sua anima"
(immagine tratta dal sito Ferrara terra e acqua che ringraziamo. Nello specifico, la pagina è questa).
L'intero articolo è consultabile in biblioteca, negli orari di apertura e alle norme di regolamento.
venerdì 11 ottobre 2019
Isabella Piccini incisora
In pieno Seicento, epoca in cui le eccellenze femminili riconosciute si contavano su una mano (se ne vanno scoprendo tante e tante di più, ignorate all'epoca e da sempre poco frequenti nei canali "ufficiali" della conoscenza), suor Isabella pratica l'arte dell'incisione a bulino di immagini devozionali. Nata Elisabetta Piccini da una famiglia di artisti nel campo dell'illustrazione a stampa, nel 1666 si ritira a vita francescana nel convento di Santa Croce a Venezia, dove finalmente libera dalle incombenze di una vita "nel secolo" potrà esprimere al meglio le sue doti figurative. Una sua biografia esauriente si trova nell'Enciclopedia delle Donne, come pure un articolo ampio ed esaustivo è leggibile nel blog Ragazze di mezza stagione.
In biblioteca si possono ammirare diversi lavori di suor Isabella, come i ritratti posti a corredo delle Opere di San Francesco di Sales, delle Epistole di San Girolamo, di Stazio, finanche alla Storia della Conquista del Messico di Antonio de Salis.
L'opera che qui proponiamo è il ritratto di san Francesco di Paola, posto in antiporta al volume Della vita, virtù, miracoli ed istituto di s. Francesco di Paola, fondatore dell'Ordine de' Minimi, di fra' Isidoro di Paola del medesimo ordine.
giovedì 3 ottobre 2019
L'allevamento di bufale nei domini estensi
Ieri pomeriggio, presso la storica libreria Il Sognalibro, abbiamo assistito ad una conversazione davvero interessante sulla tradizione dell'allevamento di bufale nei territori estensi, impiantato pare da Eleonora d'Aragona e proseguito poi dalla nuora Lucrezia Borgia. Lo avevamo annunciato qui.
«Le bufale non venivano impiegate nei lavori agricoli, bensì per la produzione del latte e di squisiti formaggi come la ricotta (povina) e la mozzarella [...] Eleonora teneva i suoi bufali nei pressi di Finale di Modena (Finale nell'Emilia) ma anche nel Barco appena fuori le mura di Ferrara. Il suo bufalaro Cristofaro da Bergamo teneva 43 bufali e 14 bufalette nati tra il 1481 e il 1482, e i fratelli Merlo ne tenevano 59 nel 1483. Dal 1484 il numero salì ancora a 67. Il Libro delle Bestie di Eleonora segnala i nomi di tutti gli animali, normalmente posti ai neonati dal bufalaro, scegliendo i nomi secondo la sua fantasia, nomi come Peloxa, Rossina, Albanese e Lepra. Di tutto il bestiame degli Estensi, solo a cavalli cani e bufali venivano concessi i nomi».
Il virgolettato è tratto dal contributo di Diane Ghirardo Il bestiame di Eleonora, apparso nel n. 28/2008 della rivista "Ferrara - voci di una città".
Elenco con i nomi delle bufale di Eleonora d'Aragona.
Datato 1483, l'elenco è conservato presso l'Archivio di Stato di Modena, alla Camera Ducale Estense, fondo Amministrazione dei Principi, b. 631 bis, Libro delle Bestie, c. 32 v
lunedì 30 settembre 2019
Duchesse, bufale & mozzarelle
Diane Ghirardo e Silvana Vecchio sono amiche "di lungo corso" della Biblioteca del Seminario. Nel nostro catalogo i loro titoli abbondano (su Lucrezia Borgia, l'imprenditoria femminile e molto altro ha scritto Diane; di tomismo, teologia e tradizione filosofica medievale si è occupata Silvana). Avremo modo di ascoltarle assieme presso la suggestiva cornice di Sognalibro, storica libreria sita in via Saraceno 43, introdotte dalla fondatrice Serenella Crivellari e accompagnate dalla piacevole presenza di Gabriella Rossi, delegata dell'Associazione Italiana Sommelier per l'Emilia Romagna.
Tutto questo, mercoledi 2 ottobre alle h. 17 come da locandina
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venerdì 27 settembre 2019
Concerti d'Autunno 2019: il Conservatorio Frescobaldi al Museo Archeologico Nazionale
Il Conservatorio cittadino "Girolamo Frescobaldi" e il Museo Archeologico Nazionale si uniscono in operosa sinergia per offrire alla cittadinanza Concerti d'autunno al Museo 2019, un ciclo di tre incontri, il primo dei quali avrà luogo stasera venerdi 27 settembre alle ore 21: si tratta del Concerto lirico degli allievi delle classi di canto di Cinzia Forte e Milena Josipovic.
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A seguire, due appuntamenti pomeridiani nelle giornate di sabato 5 ottobre e sabato 16 novembre. Alleghiamo intanto la locandina proponendoci di richiamare gli appuntamenti futuri nella nostra pagina facebook.
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martedì 24 settembre 2019
Cultura ebraica al "Sognalibro"
Giovedi 26 settembre alle ore 17,30 presso la Libreria Sognalibro, in via Saraceno 43 a Ferrara, il Rav Amedeo Yedidià Spagnoletto, sofer e docente al Collegio Rabbinico di Roma, terrà una conferenza sul tema La rinascita della scrittura ebraica tradizionale.
Il termine sofer o sopher indica lo scriba autorizzato a trascrivere le scritture religiose.
Il prof. Spagnoletto si dedica da anni alla ricerca e catalogazione del patrimonio bibliografico ebraico.
La sua variegata attività di sofer lo ha condotto a innumerevoli interventi di studio e restauro dei rotoli del Pentateuco impiegati nella liturgia sinagogale. Si tratta di materiale delicato per il trattamento del quale è richiesta la più scrupolosa osservanza delle dettagliate regole previste dalla normativa ebraica. Per questa sua attività ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali.
Nel corso dell'incontro illustrerà gli esiti delle sue ricerche, dialogando con il rabbino capo della comunità ebraica di Ferrara, Rav Luciano Meir Caro.
venerdì 13 settembre 2019
De Pisis collezionista di ceramiche
«Tra i disparati interessi eruditi del giovane Filippo Tibertelli de Pisis, l'antica ceramica ferrarese occupò un posto di tutto rilievo tra il 1916 e il 1918, per attenuarsi negli anni successivi, senza tuttavia scemare del tutto. Il futuro pittore cominciò a dedicarsi alla raccolta dei reperti fittili nel 1912, se non addirittura prima...
[...]
De Pisis "amava visitare i vecchi collezionisti di arte antica, come Pasetti, Mayr o Vendeghini, per studiare i loro pezzi e, quindi, tentare di emularli con le sue wunderkammern..."».
Questo breve brano è tratto dal contributo Filippo de Pisis collezionista e cronista dell'interesse per la ceramica graffita ferrarese alla luce di documenti inediti, di Lucia Bonazzi mentre la citazione proviene da Filippo de Pisis pubblicista: le collaborazioni ai giornali ferraresi, 1915-1927, Ferrara 1991 di Lucio Scardino.
L'intero contributo è leggibile nella densa raccolta di saggi "Le due muse - Scritti d'arte, collezionismo e letteratura in onore di Ranieri Varese, a c. di Francesca Cappelletti, Anna Cerboni Baiardi, Valter Curzi, Cecilia Prete. Ed. il lavoro editoriale, Ancona 2012.
Il volume è accessibile al prestito, o consultabile presso la sala studio della biblioteca.
giovedì 5 settembre 2019
Il Catalogo delle incisioni di Carolina Marisa Occari
Carolina Marisa Occari, ferrarese, è sicuramente una delle più grandi artiste italiane nel campo del disegno e dell'incisione. Sue opere sono presenti a Palazzo Bonacossi, presso la Biblioteca Ariostea, ma pure agli Uffizi e via via fino a Vienna e Kiev.
Figura carissima e ben nota alla nostra città, aveva studiato al liceo artistico di Venezia perfezionandosi poi all'Accademia di Belle Arti di Bologna con Giorgio Morandi e Giovanni Romagnoli. Fu maestra nelle più svariate tecniche del disegno a matita, a penna, a carboncino e sanguigna, per perfezionarsi soprattutto nell'arte incisoria. Il soggetto più amato, come si può vedere dagli esempi che riportiamo, fu sicuramente il "suo" Polesine (era nativa di Stienta) ma la sua attenzione spaziava dai ritratti ai vasi di fiori alle nature morte, ai richiami a Schifanoia.
Il catalogo ufficiale delle sue opere, curato da Laura Gavioli, è stato edito da Marsilio nel 2004.
E' consultabile in Biblioteca alle norme di Regolamento.
venerdì 30 agosto 2019
Un frontespizio settecentesco
Un'edizione particolarmente lussuosa della Historia congregationum de auxiliis divinæ gratiæ di Giacinto Serry presenta una marca tipografica disegnata da Giovanni Battista Tiepolo.
La sua attività di incisore è testimoniata da una raccolta di ventiquattro acqueforti pubblicate con il titolo Scherzi di fantasia, se ne parla qui.
Tuttavia, il disegno che adorna il volume in nostra custodia è precendente agli "Scherzi" (1743-1757): è datato infatti 1740.
François Jacques Hyacinthe Serry fu un domenicano francese, consultore del Sant'Uffizio e docente di teologia nell'ateneo di Padova. Proprio a Padova morì nel 1738.
Scrisse la Historia all'inizio del Settecento, il nostro esemplare uscì dalla tipografia veneziana di Francesco Pitteri e l'incisione fu poi realizzata da Francesco Zucchi.
lunedì 26 agosto 2019
Catalogare un libro antico - i preziosi consigli dei bibliotecari UNIFE
Abbiamo trovato in rete questa preziosa lezione dei bibliotecari dell'Università di Ferrara, ne facciamo tesoro e la divulghiamo, a beneficio di chiunque sia interessato a conoscere e valorizzare il patrimonio librario della città
mercoledì 7 agosto 2019
Un'edizione del Seicento
- dal fondo antico della Biblioteca -
Bellissima edizione dell'Opera omnia di san Bernardino da Siena curata da Jean de la Haye, minorita francese e bibliografo dell'Ordine vissuto in pieno Seicento.
Il frontespizio reca il timbro della Biblioteca di San Giacomo Maggiore a Bologna, cui evidentemente era appartenuto prima di finire alla Biblioteca del Seminario di Ferrara, come segnato in penna sul foglio di sguardo:
Il volume venne pubblicato a Lione nel 1650 dai tipografi Huguetan e Ravaud, e reca in frontespizio una pregevole stampa in cavo raffigurante Tolomeo egizio ed Euclide ai lati di una sfera armillare. Firma l'opera l'incisore Nicolaus Auraux, del quale sappiamo solo che era nato a Pont Saint Esprit e che morì nel 1676.
Una curiosità: una copia identica all'esemplare in nostra custodia si trova presso la Biblioteca dei Francescani di Terrasanta, come si può vedere a questo link.
Il fondo antico della Biblioteca del Seminario è visitabile su appuntamento, chiamando il numero 053261264 negli orari di apertura.
giovedì 25 luglio 2019
Dal fondo antico della Biblioteca
I depositi della Biblioteca non smettono di stupire, in occasione di un recente riordino hanno consegnato a noi catalogatori questo bellissimo esemplare di "Prose e lettere familiari" di Antonio Maria Salvini.
Ma, "chi era costui"?
Si tratta di un grecista, letterato, appassionato filologo di lingue dell'antichità, traduttore dal greco, dal latino, dall'ebraico e dallo spagnolo. Accademico della Crusca, fu pure socio della Royal Society di Londra e della romana Arcadia.
L'esemplare in nostra custodia è stato pubblicato nel 1830 dalla tipografia di Alvisopoli. Nella pagina antistante il frontespizio presenta una pregevole stampa in cavo a firma "F. Bosa inc.", si tratta di Francesco Bosa, calcografo veneziano vissuto tra il 1803 e il 1870.
venerdì 5 luglio 2019
I Classici dell'Arte: Vittore Carpaccio
Presso la Biblioteca è possibile consultare l'intera collana "I classici dell'Arte", nata dalla collaborazione Skira/Rizzoli e distribuita con il Corriere della Sera.
Leggiamo una breve presentazione nel volume dedicato a Carpaccio. L'autore è Manlio Cancogni.
«Carpaccio di cui si è detto ch'era un pittore di genere, un narratore, un contafavole, un fantastico e, passando all'esame critico delle origini, un ferrarese, un fiammingo, un allievo del Mantegna, di Antonello, di Giovanni Bellini, di Piero della Francesca, un "caso difficile" insomma, mi pare che debba essere visto innanzi tutto come un "caso" d'estrema semplicità. Con ciò non si vuole dire che il Carpaccio sia un naif, e ancora meno alla naïveté del Doganiere, si sa anche troppo bene che il Carpaccio era tutt'altro che un ignorante. Aveva visto molto e la sua pittura è piena di riferimenti letterari. La semplicità di cui si parla a proposito del Carpaccio è la capacità di seguire fedelmente la propria natura, utilizzando nel modo più conveniente il materiale fornito dalla propria esperienza, senza altri problemi. E la natura del Carpaccio consisteva soprattutto in un'estrema attenzione alla realtà, in una curiosità lucida per ciò che è visibile, che non ha riscontro nella pittura del suo tempo».
La collana è consultabile presso la sala studio ma pure accessibile al prestito, alle norme di regolamento.
domenica 23 giugno 2019
La pittura dell'Orcagna nel Trecento fiorentino
Il nome con cui è conosciuto, Orcagna, quasi sinistro anagramma di arcigno, è invece la semplice trasposizione vernacolare del patronimico Arcagnuolo (=Arcangelo), e nasconde una delle più brillanti personalità dell'arte figurativa trecentesca.
Il vero nome è Andrea di Cione, ma se lo cerchiamo così da Wikipedia potrebbe uscire la biografia del Verrocchio: stesso nome di battesimo e medesimo patronimico, un secolo però di differenza.
Per sapere di lui bisogna cercare proprio così: Orcagna. Era il capocantiere della principale bottega artistica fiorentina di quegli anni, formata in pratica dai suoi fratelli; artigiani loro con picchi di altissimo livello, artista a tutto tondo lui: pittore, scultore, architetto; il Vasari gli attribuisce anche dei sonetti, composti da anziano per il Burchiello ancor giovane. Forse li vide Anton Maria Biscioni in un codice strozziano, ce ne dà notizia il Carducci nella sua edizione dei lirici minori del Trecento.
Non sono molte le opere attribuibili con certezza all'Orcagna pittore, e fra queste di sicuro la più nota è il polittico della Cappella Strozzi in Santa Maria Novella, propriamente Cristo in gloria e santi, mentre come architetto e scultore firma il maestoso Tabernacolo di Orsanmichele, qui sotto, commissionato dalla confraternita della Beata Vergine Pura Madonna Santa Maria di San Michele in Orto, la Compagnia dei Laudesi in pratica.
Tuttavia ciò che più di tutto si è conservato nella memoria degli ammiratori è sicuramente il ciclo del Trionfo della morte in Santa Croce, del quale restano pochi frammenti oggi al Museo di Santa Croce. Il frammento proposto in apertura è la più esplicita rappresentazione del mondo medievale; quei volti stralunati, scavati, quegli occhi infossati dispiegano tutta la loro evidenza consonanza con la dialettica tra vivi e morti così tipica della mentalità del Trecento. "Così, secondo la visione medievale dominante, non sono i morti a essere le ombre dei vivi, ma i vivi a essere le ombre dei morti" (Jerome Baschet, I mondi del Medioevo: i luoghi dell'aldilà, in Arti e storia nel Medioevo, vol. I, Torino 2002).
La stessa fortuna di Andrea di Cione Arcagnuolo, per quella parte che attiene al destino (e certamente in seconda battuta rispetto alla sua grandezza artistica) deve qualcosa anche alla falce della Signora che quasi dimezzò la popolazione attorno al 1348: la peste nera si era portata via infatti i migliori allievi di Giotto, Maso di Banco, Bernardo Daddi, lasciando così aperta un'autostrada per la nascente fortuna della bottega di Orcagna.
giovedì 6 giugno 2019
Gli Estensi: l'ascesa
Tra l'Ottobre del 2003 e il Gennaio 2004 si tenne al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles la mostra "Un Rinascimento singolare: la corte degli Este a Ferrara". In concomitanza all'evento, la Fondazione Cassa di Risparmio promosse un elegante volume contenente i contributi dei maggiori storici dell'arte locale.
Leggiamo dal saggio di Gianni Venturi, "Cultura e società estensi da Nicolò II ad Alfonso":
«Alla morte del gran marchese Nicolò III (1383-1441, Signore di Ferrara dal 1393) la questione ereditaria divenne fondamentale per le sorti del principato, ipotecandone addirittura la sopravvivenza e il declino avvenuto con la devoluzione di Ferrara al papato nel 1598. Troppi eredi e scomodi se, come vedremo, Nicolò non esitò a rendere possibile l'ascesa di Leonello (1407-1450), figlio illegittimo di Stella de' Tolomei o dell'Assassino dalla quale ebbe pure Ugo e Borso, ma ciò che interessa è che dalla schiera degli eredi i favoriti, morto Ugo nella fosca vicenda del suo amore per la matrigna Parisina, furono i figli di Stella a cui venne impartita una educazione da principe. E se l'elezione di Leonello forse oggi può spiegarsi con la tenerà età del legittimo Ercole, meno poteva essere compresa e accettata dagli storici cinquecenteschi che nella scesa al potere di Leonello intuirono la minaccia divenuta reale della devoluzione, reclamata dallo stato della Chiesa proprio per la mancanza di eredi legittimi maschi. In realtà la scelta di Leonello fortemente voluta da Nicolò che lo legittima nel testamento del 1441 fa esplodere quella straordinaria situazione esclusivamente ferrarese che vede succedersi per una sessantina di anni sul trono dello stato estense ben tre fratelli la cui educazione, intelligentemente programmata da Nicolò, fa di Ferrara e della Signoria estense uno dei capitoli più affascinanti dell'Umanesimo e di ciò che ancora oggi, forse impropriamente, chiamiamo Rinascimento»
giovedì 30 maggio 2019
The economy of Francesco
Dal 26 al 28 marzo 2020 avrà luogo ad Assisi una tre giorni animata da giovani economisti e imprenditori provenienti da tutto il mondo, premi Nobel, tecnici ed esponenti di primo piano di ambito economico e finanziario convocati da papa Francesco per ragionare su nuovi modelli di economia sostenibile. Per l'occasione è già pronto il sito dal quale potremo seguire tutti gli aggiornamenti al programma.
Luigino Bruni, ordinario di economia politica alla Lumsa, è il direttore scientifico del Comitato. Intervistato dall'agenzia SIR, porta alla nostra attenzione la centralità della presenza giovanile: si parla di "almeno 500 giovani da tutto il mondo".
Protagonista e "anima pensante" dell'evento sarà sicuramente suor Alessandra Smerilli, consigliera di Stato della Città del Vaticano e consultore della segreteria del sinodo dei vescovi. Le sue nomine recano il segno di un ripensamento sul ruolo delle donne nella Chiesa e del senso profondo dell'economia di solidarietà, in un tempo che affronta una crisi economica, umana e sociale forse senza precedenti.
Non casuale infine la scelta del contesto (la "location", si direbbe oggi): i luoghi di predicazione di quel san Francesco che potrebbe forse la negazione dell'economia, ed è invece il vessillo «di un altro modo di intendere l'economia, dove i poveri sono protagonisti, dove la ricchezza è condivisa e soprattutto dove c'è un'economia in rapporto con l'ambiente, perchè Assisi è anche il Cantico delle Creature».
venerdì 24 maggio 2019
Il gioco della racchetta nelle Delizie estensi
Ricorre quest'anno il 500° anniversario della morte di Lucrezia Borgia. Per ricordarla è stato organizzato un ciclo celebrativo che prevede un secondo appuntamento Giovedi 30 maggio alle ore 16,30 presso il Museo di Casa Romei in via Savonarola 30 a Ferrara.
L'architetto Laura Graziani Secchieri terrà una conferenza sul tema "Il gioco della racchetta nelle Delizie estensi". Il ciclo nasce dalla felice sinergia di Centro Documentazione Donna, Garden Club Ferrara, Gruppo Archeologico Ferrarese e Libreria Sognalibro.
La Conferenza sarà preceduta dalla visita guidata al museo, a cura di Andrea Sardo.
Di seguito il programma dell'evento (cliccare sull'immagine per ingrandire)
martedì 21 maggio 2019
Carlo Bononi e l'Incoronazione della Vergine
Oggi sulla stampa locale è apparsa la lieta notizia del riposizionamento dell'Incoronazione della Vergine, dipinto di Carlo Bononi, nella sua collocazione originale (il transetto della basilica di Santa Maria in Vado). Il restauro venne deciso in seguito agli eventi sismici del 2012, il cui ricordo cade proprio in questi giorni, ed è frutto della felice sinergia tra le istituzioni civiche e religiose e la Regione Emilia-Romagna.
Ma cosa sappiamo davvero dell'inquieto Carlo Bononi, figura di punta della pittura ferrarese, viaggiatore instancabile ed eclettico anticipatore del barocco a Ferrara?
Ma cosa sappiamo davvero dell'inquieto Carlo Bononi, figura di punta della pittura ferrarese, viaggiatore instancabile ed eclettico anticipatore del barocco a Ferrara?
Ne parla Barbara Ghelfi ne La pittura a Ferrara nel rpimo Seicento. Artisti, committenti e cantieri, Ferrara Cartografica 2011; leggiamo qualche cenno:
«Dopo la scomparsa dello Scarsellino, avvenuta nell'ottobre del 1620, spetta a Bononi il compito di riorientare il percorso della pittura ferrarese coeva. A quest'epoca egli si trova a capo di una bottega frequentata ed efficiente e le sue eccellenti doti organizzative gli consentono di assumere il monopolio delle commissioni pubbliche. Si legano a lui artisti di differente formazione e provenienza. [...]
Verso gli anni venti, dopo un soggiorno romano non confermato da documenti, Bononi esegue per la chiesa di San Paterniano a Fano il Miracolo, l'Estasi e la Ricognizione del corpo di san Paterniano, tele ricche di "uan quantità di suggestioni che vanno dal riconoscibile caravaggismo dell'autoritratto, sia pur avvolto in un alone cromatico più indistinto e pittorico, alle memoria di Saraceni". Il suo linguaggio si arricchisce anche delle inclinazioni scenografiche di Barocci e del manierismo di Lilli e Pomarancio, a testimoniare la ricchezza del bagaglio culturale che aveva costruito fuori Ferrara».
Il volume è come sempre consultabile presso la nostra sede, in via Fabbri 410.
venerdì 17 maggio 2019
Unità pastorale di Borgovado
In seguito alla costituzione della nuova unità pastorale Borgovado, comprendente le quattro parrocchie di:
Santa Francesca Romana, via XX Settembre 47
Santa Maria in Vado, via Borgovado 3
San Gregorio, via Cammello 21
Santa Maria della Visitazione detta "la Madonnina", via Formignana 33
è attivo un sito dove potrete trovare l'elenco degli appuntamenti e delle attività in essere presso i locali del comprensorio. Lo potete consultare qui.
mercoledì 8 maggio 2019
Stabat Mater
Lo Stabat Mater di Gioacchino Rossini è una sequenza liturgica, eseguita per la prima volta a Parigi nel 1842.
Il 15 maggio 2019 alle ore 20,30 presso il teatro Manzoni di Bologna si terrà un'esecuzione collettiva a scopo benefico pro-ANT. Vi prenderanno parte il Coro Jacopo da Bologna, il Coro Polifonico San Gregorio Magno, orgoglio della nostra città, il Coro lirico Città di Faenza. Accompagnerà l'orchestra della Cappella musicale della Basilica di san Francesco - Ravenna.
Soprano solo: Roberta Pozzer
Mezzo soprano: Lucia Viviani
Tenore: Raffaele Giordani
Basso: Luca Gallo
Dirige: Antonio Ammaccapane
I fondi raccolti sono destinati alle attività gratuite di assistenza medico-specialistica domiciliare e a progetti di prevenzione oncologica
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