giovedì 27 settembre 2018

Sulla corte di Renata

(immagine tratta dal sito Il professore, che ringraziamo)

Proponiamo oggi un breve brano tratto dal contributo di Chiara Franceschini La corte di Renata di Francia (1528-1560), pubblicato all'interno del volume 6 della prestigiosa Storia di Ferrara pubblicata nel 2000 per i tipi di Corbo editore.
"Dall'inizio alla fine del periodo in cui Renata di Valois, figlia di Luigi XII e di Anna di Bretagna, visse a Ferrara, e cioè dal 1528 al 1560, il complesso di familiari e servitori al suo servizio fu costantemente all'origine di squilibri e tensioni interne alla Casa d'Este, che si ripercossero sui rapporti diplomatici tra il Ducato e la Corona francese. Appare dunque opportuno chiedersi perchè la maison della duchessa fosse al centro di tanti contrasti. Il compito è facilitato dal fatto che la più ricca e meno scandagliata documentazione superstite relativa a Renata di Francia riguarda proprio la sua corte. Mentre, infatti, la corrispondenza personale della duchessa venne per la maggior parte distrutta a Ferrara insieme con i suoi libri perchè troppo compromettente, la quasi totalità dei registri amministrativi della maison è pervenuta fino a noi grazie, con ogni probabilità, a una successione ereditaria matrilineare. Alla morte della duchessa, avvenuta a Montargis nel 1575, i registri restarono presumibilmente alla figlia Anna, che in seconde nozze aveva sposato Jacques de Savoie duca di Nemours, e confluirono verso la metà del Seicento nell'archivio dei Savoia.
Se questa fonte è stata relativamente trascurata, ciò si deve soprattutto al fatto che l'attenzione degli studiosi si è concentrata sulle vicende personali di Renata e sulla questione della sua fede religiosa, assai più che sul contesto istituzionale ecultrale in cui aveva vissuto. Gli argomenti più dibattuti dalla storiografia sono stati la durata e le implicazioni della visita di Calvino a Ferrara, la sincerità del ritorno di Renata al cattolicesimo nel 1554 e la professione di fede al momento della morte, mentre il suo "piccolo circolo di corte", pur riconosciuto come centro importante nella mappa dell'eresia in Italia, è rimasto sempre sullo sfondo".

L'intero articolo è consultabile in biblioteca secondo regolamento.

lunedì 24 settembre 2018

Un convegno sul dialogo interreligioso

(immagine tratta dal sito Estense.com)

Domani, martedi 25 settembre, presso il teatro parrocchiale di Santa Francesca Romana avrà luogo il convegno Una voce di silenzio sottile. L'evento, che rientra nel percorso "Religioni e culture per la pace", si articolerà in due momenti: alle ore 18 verrà presentato il libro "Il folle sogno di Nevè Shalom Wahat al-Salam", nome del villaggio situato tra Tel Aviv e Gerusalemme in cui convivono ebrei, arabi, cristiani, musulmani e diversamente credenti.
Alle h. 21 si parlerà della "Stanza dei culti e del silenzio" dell'ospedale di Cona, interessante esperienza di condivisione dello spazio sacro tra praticanti di ogni credo religioso. Interverranno Hassan Samid, del Centro di cultura islamica di via Traversagno, Oksana Kovalev della Chiesa russa ortodossa, Luciano Sardi per la Chiesa evangelica battista, Jean Bosna Ticu-Janel della Chiesa evangelica "Il fiume del risveglio". Moderatore Piero Stefani, sarà presente il vicesindaco Massimo Maisto.

giovedì 20 settembre 2018

Uno studio sulla Ferrara medievale


Nel 1995 per i tipi Grafis di Casalecchio di Reno uscì un'importante raccolta di studi sulla topografia medievale della città, patrocinata da Comune di Ferrara - Assessorato alla Cultura - Musei Civici di Arte Antica, e curata da Anna Maria Visser Travagli. Il titolo è Ferrara nel medioevo. Topografia storica e archeologia urbana, e in allegato riporta la carta archeologica della città, straordinario documento che illustra le successive fasi di accrescimento della cinta urbana.
All'inizio del volume, la curatrice illustra il progetto:
"Ferrara è nota soprattutto come centro di cultura rinascimentale, dove nel XV e XVI secolo è fiorita una originale scuola pittorica e una straordinaria produzione letteraria e musicale. La forma urbana è stata celebrata come modello di pianificazione razionale e moderna, con la grande Addizione voluta dal duca Ercole I d'Este nel 1492, attraversata da ampie strade rettilinee, alle quali fanno corona i palazzi nobiliari, sullo sfondo dell'imponente cerchia muraria.
Ma l'originalità e la grandezza di Ferrara si deve alla compresenza del nucleo medievale, accanto al nucleo rinascimentale, alla loro saldatura, che rende vitale tutto l'aggregato urbano. La fortuna critica della città rinascimentale è stata sancita dal Burckhardt, che l'ha definita la prima città moderna d'Europa, da Adolfo Venturi, che nell'esaminare l'architettura ferrarese intravede anche l'originalità del disegno urbanistico della città e soprattutto dall'analisi acuta e penetrante del linguaggio urbanistico di Biagio Rossetti, l'artefice dell'Addizione Erculea, magistralmente interpretato da Bruno Zevi.
Ma tutto questo ha fatalmente contribuito a lasciare in ombra la città medievale, con tutto il suo patrimonio di percorsi, di piazze, di spazi, di edilizia abitativa. Anche il meccanismo di accrescimento della città individuale nelle «addizioni» ha fatto sbrigativamente sentire la città medievale come preludio e preparazione del dispiegarsi della città rinascimentale, appiattendo su uno sfondo indistinto tutto il lavorio, le trasformazioni e gli interventi che hanno portato al costituirsi di quell'organismo altrettanto mirabile e importante che è la città medievale".

Il volume e la preziosa carta topografica sono consultabili in biblioteca, alle norme di regolamento

martedì 18 settembre 2018

Uno scrigno prezioso nel centro di Ferrara

(foto tratta da Wikipedia)

Kylix è un termine greco per indicare la "coppa da vino", un manufatto in ceramica di uso voluttuario, particolarmente diffuso nei corredi nuziali. Il termine è traducibile in italiano con "tazza". Quella riprodotta in foto è visibile al Museo Archeologico Nazionale di Spina, ed è opera del Pittore di Pentesilea. Peraltro, non è l'unico reperto attribuito a questo autore visibile nella collezione museale; leggiamo da un contributo di Laura Paoli:
"A Spina, il pittore di Pentesilea è presente, secondo Beazley, con sei opere provenienti rispettivamente dalle tombe 308, 433, e 961 di Valle Trebba e 5B, 212B, 18C di Valle Pega. Le forme vascolari su cui sono dipinte le scene raffigurate da questo pittore sono, in ordine di appartenenta alle tombe sopra elencate, un kantharos, una kylix, uno skyphos per la necropoli di Valle Trebba e tre kylikes per quella di Valle Pega. Se poco conosciuti sono i vasi appartenente alle prime tre sepolture, al contrario noti e studiati quelli provenienti da Valle Pega".

Laura Paoli fu relatrice al convegno ferrarese del 15 ottobre 1992, dal titolo "Studi sulla necropoli di Spina in Valle Trebba"; il suo intervento, Il pittore di Pentesilea nella necropoli di Spina, è contenuto nel volume degli Atti pubblicati a cura dell'Accademia delle Scienze, ed è consultabile in Biblioteca alle norme di regolamento.

martedì 11 settembre 2018

Giornata diocesana del laicato



Sabato 29 settembre p.v. presso la Città del Ragazzo si svolgerà la Giornata diocesana del laicato relativa all'anno pastorale 2018-2019. Avrà per tema la condivisione: è annunciata infatti dalla pericope di Giovanni 17:21 "Perchè tutti siano una cosa sola".
A questo link potete leggere il programma completo. Al termine dell'incontro, seguirà cena comunitaria.

lunedì 10 settembre 2018

Alle origini della "cattiva fama" di Lucrezia Borgia

(Presunto ritratto di Lucrezia Borgia nella Disputa di santa Caterina di Pinturicchio)
immagine tratta da Wikipedia, ad vocem

Comporre un mosaico di notizie "veritiere" circa Lucrezia Borgia risulta particolarmente difficile. I problemi storiografici sono di varia natura, su tutti ovviamente la necessaria riabilitazione della sua figura dal mito romantico della cattiva fama.
Fino a circa un secolo fa, l'alone di malvagità e corruzione che circondava la famiglia Borgia sottintendeva che anche Lucrezia vi fosse strettamente connessa. Di questa fama, Guicciardini era certamente tra i capostipiti, ma fu la letteratura romantica a perfezionare il ritratto riprovevole che tutti conosciamo. La veste "letteraria" è di Victor Hugo che nel 1833 ne fece la protagonista di una tragedia greca; la trasposizione operistica fu di Donizetti. A metà dello stesso secolo il capolavoro di Jacob Burkhardt La cultura del Rinascimento in Italia consacrava anche sul piano storico la "leggenda nera" dei Borgia.
La prima autorevole biografia su Lucrezia si deve allo storico tedesco Ferdinand Gregorovius, autore di una monumentale Storia di Roma nel medioevo. Nonostante la sua imponente documentazione privilegiasse il periodo romano della figlia di Alessandro VI, egli iniziò a portare alla luce la vicenda biografica separando le dicerie dagli episodi accertati, ed inaugurando così la classificazione dicotomica in cui vennero da allora posti tutti gli studiosi di Lucrezia, divisi tra innocentisti e colpevolisti, con effetti anche paradossi per cui ad esempio lui protestante era innocentista mentre il cattolicissimo von Pastor colpevolista.
Solo nel 1901 lo storico inglese Robert Davidsohn analizzando un codice della biblioteca nazionale di Firenze scoprì che Lucrezia aveva assunto l'abito di terziaria francescana ed era stata sepolta con quella veste. Alla religione della duchessa nessun rilievo particolare continuò ad esser dato per lungo tempo, finchè nel 1981 un importante saggio di Antonio Samaritani, v. nota 1, poneva specificamente il problema riesaminando la corrispondenza mantovana della duchessa, i rapporti con i confessori e i monasteri, la vita devota condotta a corte.
Contributo documentario per un profilo spirituale e religioso di Lucrezia Borgia nella Ferrara degli anni 1502-1519, in: Analecta Tertii Ordinis Regularis (ATOR) 14, 1981 
-segue-

Aspettando il Giubileo

In occasione del prossimo anno giubilare 2025 sarà possibile raggiungere il centro della cristianità grazie all'iniziativa messa in ca...