mercoledì 28 marzo 2018

La Regola del Seminario


"Poichè il Seminario Arcivescovile dell'Annunciazione non era più stato provvisto di Progetto educativo e Regola di vita, dopo quello promulgato dall'Arcivescovo Natale Mosconi e dando piena attuazione a quanto già l'Arcivescovo Luigi Maverna aveva iniziato, l'Arcivescovo Carlo Caffarra ha ritenuto necessario preparare un nuovo progetto educativo e Regola di vita.
Nominata così una commissione di sacerdoti che ne hanno preparato la bozza assieme ai Superiori del Seminario, a norma del can. 243 del Codice di Diritto Canonico e avuto parere favorevole dal Consiglio Presbiterale, il 25 marzo 1999 (Festa dell'Annunciazione del Signore) veniva promulgato il "Progetto educativo e Regola di vita per la formazione dei presbiteri nella Chiesa di Ferrara-Comacchio". La Regola è stata edita in questa pubblicazione e viene distribuita ai Seminaristi, i quali sono tenuti all'osservanza di quanto ivi prescritto".
(dalla presentazione offerta nel sito ufficiale del Seminario).
La pubblicazione è attualmente fuori catalogo, ma consultabile presso la nostra Biblioteca secondo le modalità che regola la fruizione del fondo locale.

martedì 27 marzo 2018

Ancora su Santa Maria di Betlemme



Il recente post dedicato alla struttura ospedaliera organizzata dai cavalieri templari presso la magione di Mizzana ha destato notevole interesse. Nel ringraziare i lettori per la benevola attenzione, abbiamo cercato altre tracce bibliografiche della chiesa di Santa Maria di Betlemme. Ne fa cenno ad esempio Marcella Marighelli, nel bel contributo su Il boschetto degli ammorbati, presente nel volume Porotto nella storia, uscito nel 2003 per la Liberty House di Lucio Scardino. L'argomento è quello della situazione epidemiologica nella Ferrara del Quattrocento, con puntuale riferimento alla peste: "Nel primo Quattrocento la città, in cui l'assistenza sanitaria pubblica era sull'orlo del collasso, non era preparata ad affrontare sciagure di immane portata come le epidemie. Nel 1436 ad esempio, il Comune seguendo il suggerimento del marchese Leonello diffuse la notizia dell'imminente costruzione di un lazzaretto e deliberò che, nel frattempo, gli appestati fossero accolti nel lebbrosario di San Lazzaro e nell'ospedale annesso alla precettoria gerosolimitana di Santa Maria di Betlem in Mizzana, dove, nonostante le lagnanze dei frati, continuò ad inviare i sospetti ed i colpiti dal morbo anche nel 1457 e nel 1463".
L'intero articolo è consultabile in Biblioteca, in versione cartacea, oppure scaricabile a questo link.

Un'altra noticina interessante si è trovata nella Descrizione delle Pitture e Sculture della città di Ferrara di Carlo Brisighella, segnatamente nell'addizione del Baruffaldi sui luoghi più insigni e pubblici della città di Ferrara, alla pagina 601 della curatissima edizione di Maria Angela Novelli (Ferrara, Spazio Libri, 1991): "Altrimenti veniva questa villa chiamata Belieme e Belteme, ed aveva la chiesa già edificatavi da Guglielmo Abelardi [sic]. Questa, che presentemente vi si vede è modernamente fabbricata. L'altare di S. Antonio da Padova ha uno de' migliori quadri che già mai sieno stati dipinti da Costanzo Catanio".
Sfortunatamente, si apprende in nota, il quadro rimane non identificato, e non citato da altre guide.

giovedì 22 marzo 2018

Un ospedale templare a Ferrara: Santa Maria di Betlemme in Mizzana


Sull'ipotesi che la chiesa parrocchiale di Mizzana sia stata una fondazione templare con annesso ospedale per pellegrini sussistono pochi dubbi. Di seguito alcune indicazioni bibliografiche sull'argomento.
"Proprio negli anni '40 del secolo XII, che segnano in Ferrara un assetto di forte autonomia comunale, e a cavallo della seconda crociata, in questo settore nord/ovest di approdo alla città, il più significativo per i flussi dalla Lombardia, dall'Emilia e dal Veneto, si vanno a situare, in Mizzana, l'ospedale dei templari presso S. Maria di Betlemme e quello dei canonici regolari di S. Frediano di Lucca presso S. Siro, mentre il nosocomio di S. Matteo (forse contemporaneo, e qualificato vescovile nel 1187) passa, tra il 1192 e il 1228, al robusto e specializzato ordine dei crocigeri di Bologna", A. Samaritani L'area medievale degli ospedali per pellegrini a Ferrara, Analecta Pomposiana n.17-18, 1994 pp. 5-20.

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Ne parla successivamente Paolo Sturla Avogadri, sul Bollettino della Ferrariae Decus n. 5 1994, suffragando l'ipotesi con le seguenti argomentazioni:
"a) la chiesa con annesso ospizio era appartenuta all'Ordine degli Ospedalieri di S. Giovanni e, anche se risultava esistere già nel 1146, non risultavano documenti antecedenti al 1312, anno della devoluzione dei beni templari
b) la sua costruzione era a pianta rotonda, a somiglianza del Santo Sepolcro di Gerusalemme che spesso è riprodotto nei sigilli templari
c) era dedicata a S. Maria, come solitamente facevano i Templari, contrariamente agli Ospedalieri per S. Giovanni" (passim, per ulteriori considerazioni).

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Su un altro Bollettino della Ferrariae Decus, segnatamente il n. 13 del 1998, è Silio Sarpi ad esprimersi così:
"La chiesa, sia nella forma rotonda, a somiglianza del Santo Sepolcro di Gerusalemme e sia nella dedicazione a S. Maria di Betlemme, voleva ricordare fabbriche e luoghi della Terrasanta, ben noti ai reduci della prima Crociata. Ma anche Guglielmo III degli Adelardi, dopo il padre, intervenne a Mizzana nel pantheon di famiglia. A lui con ogni probabilità va attribuita l'aggiunta alla chiesa del portico e non è azzardato supporre che quivi sia stato egli pure sepolto"

La foto è tratta dalla pagina di Wikipedia.
Tutte le fonti citate sono consultabili presso la Biblioteca.

martedì 20 marzo 2018

Un libro ebraico


Questo "Formulario delle orazioni degli israeliti di rito italiano" di Samuel David Luzzatto uscì per la prima volta a Vienna nel 1819. L'edizione in nostra custodia venne pubblicato nel 1866 a Mantova, dalla "Tipografia Benvenuti condotta da E. Caranenti imprenditore", con l'aggiunta di un "sunto delle orazioni dei giorni feriali pei giovanetti per M. Mortara rabbino maggiore".


Il volume si presenta vergato in più parti da scritte a matita, purtroppo spesso incomprensibili. Nella prima pagina del senso di lettura "corrente" (in pratica, l'ultima nel senso di lettura ebraico), si legge:  "Nella mattina del 12 dicembre 1920 alle ore 1 antimeridiana corrispondente all'era ebraica il I° di Tevet 5681 la nostra casa fu rallegrata dalla nascita di una mia figlia [...] di nome Cesarina Elisa Enrichetta [...]
Berto Saralvo, Adriana Saralvo, Gina Saralvo"


Ancora, nella pagina antistante il frontespizio si legge: "23 giugno corrispondente al 1933 (29 Sivan 5693) passò da questa a miglior vita assistita dai suoi cari la mia adorata madre dopo 33 mesi di lunghe sofferenze. Pace all'anima sua. Amen amen amen. Berto e Adriana il 23 11 33"


Si può prendere visione del prezioso volume presso la nostra sede, negli orari di apertura al pubblico.

lunedì 19 marzo 2018

Lessico: la talassocrazia

Nel post di approfondimento dedicato alle origini mitiche delle terre del delta, abbiamo riferito all'abitato di Spina il termine talassocrazia. Cosa si intende, precisamente, con questa parola? L'uso del termine è probabilmente limitato all'ambito archeologico, l'etimologia è abbastanza intuitiva: talasso in greco è il mare, e -crazia è suffisso ben noto nei termini di uso comune democrazia, teocrazia, plutocrazia eccetera. Si trattava dunque di civiltà che si avvantaggiarono, nel fondare il loro dominio, da una posizione strategica sul mare. 
Qui di seguito alcuni link che illustrano origine e significato del termine:
talassocrazia in Wikipedia; nel sito Treccani; nell'enciclopedia linguistica Garzanti.

giovedì 15 marzo 2018

Mons. Ruggero Bovelli: quarant'anni di episcopato nelle vicende ecclesiali e politiche della prima metà del novecento


Il quinto volume pubblicato dal Seminario Arcivescovile è una monografia su mons. Bovelli curata da Amerigo Baruffaldi, che abbiamo già incontrato quale curatore della seconda parte della Chiesa di Ferrara nella storia della città e del suo territorio.
Il libro che presentiamo oggi a partire dalla biografia di Bovelli e dalla sua ecclesiologia espone la difficile realtà religiosa della chiesa ferrarese negli anni del fascismo e della guerra, prima, e della Liberazione poi.
Leggiamo dalla premessa: «Questo libro nasce dalla convinzione, da tempo acquisita, che la figura di mons. Bovelli, arcivescovo di Ferrara dal 1930 al 1954, necessiti di ulteriori studi che tengano conto dell'eccezionalità dei tempi in cui il Presule visse, e che adeguatamente illustrino l'azione religiosa e civile da lui svolta per il bene spirituale della Chiesa ferrarese, a tutela e a difesa della città di Ferrara, in anni particolarmente luttuosi e funesti della sua storia recente».

Il volume è stato pubblicato nel 2001 per le Edizioni Cartografica, e come le altre pubblicazioni della collezione è consultabile presso la biblioteca, agli orari e condizioni di Regolamento.

martedì 13 marzo 2018

Eridano, alle radici del mito: le isole Elettridi

Nell'ultimo contributo pubblicato, Nereo Alfieri citava le isole Elettridi tra i miti arcaici relativi alla foce dell'Eridano. Approfondiamo dunque questo affascinante elemento mitico posto alle radici della storia locale.
«La memoria di Dedalo, assieme a quella di Icaro, si lega alle isole Elettridi, localizzate secondo lo ps. Aristotele nel delta padano, o comunque "là dove scorre l'Eridano [...] nell'intimo golfo dell'Adriatico". L'espressione allude al complesso deltizio del fiume Po. Qui Dedalo, il mitico artiere dei Greci, fabbricò due statue a figura umana, con dedica, e lavorate secondo uno stile arcaico.
[...]
"Sparse" più o meno sull'intero comprensorio lagunare, le Elettridi furono efficacemente ri-localizzate nel delta padano dagli Ateniesi, nel V secolo. Tuttavia a un livello più alto della tradizione, quando questa ancora non distingueva necessariamente tra Elettridi padane e istriane, esse erano ubicate alla foce del Timavo. Così traspare dalla leggenda argonautica, il cui nucleo originale è forse coevo a quello odissiaco». 
Benedetta Rossignoli, L'Adriatico greco: culti e miti minori, L'Erma di Bretschneider 2004

La fonte arcaica cui si fa riferimento è un brano del De mirabilibus auscultationibus, di ignoto autore pseudo-aristotelico; segnatamente, il testo seguente:
«Nelle isole Elettridi, che sono situate nell'intimo golfo dell'Adriatico, dicono che ci siano due statue con dedica, una di stagno e una di bronzo, lavorate secondo lo stile arcaico. Si dice che siano opera di Dedalo [...] Dicono che sia il fiume Eridano ad avere formato con i suoi depositi alluvionali queste isole. C'è poi anche un lago, a quanto risulta in prossimità del fiume, che ha l'acqua calda: da esso spira un odore greve e dannoso e nessun animale beve la sua acqua, nessun uccello lo sorvola, ma piomba a terra e muore. [...] Gli indigeni raccontano che Fetonte, ucciso dal fulmine, sia caduto in questo lago: su di esso ci sono molti pioppi, da cui stilla il cosiddetto elettro. Dicono che sia simile alla gomma arabica, ma che si indurisca come una pietra e che, raccolto dagli indigeni, venga trasportato ai Greci. In queste isole dicono che Dedalo sia giunto e, insediatovi, che abbia posto in una di esse la sua statua e nell'altra quella del figlio Icaro».

Per ulteriori approfondimenti, presso la nostra biblioteca è possibile consultare il saggio di Lorenzo Braccesi Ancora su Dedalo, facente parte del volume Spina e il delta padano: riflessioni sul catalogo e sulla mostra ferrarese, a c. di Fernando Rebecchi, L'Erma di Bretschneider 1998.
Infine, a questo link è possibile scaricare il contributo L'Ambra e l'Eridano: Studi sulla letteratura e sul commercio dell'ambra in età preromana, di Attilio Mastrocinque.

venerdì 9 marzo 2018

Alle origini: la civiltà spinetica

"Non per sfoggio di erudizione Placido Federici premise alla sua storia di Pomposa un'esemplare ricostruzione delle vicende idrauliche di quella zona; altrettanto hanno fatto tutti gli storici ferraresi per i settori da ciascuno trattati, anche quando la loro opera era rivolta ad illustrare avvenimenti contemporanei, come fece Riccobaldo da Ferrara nel secolo XIV. In pochi territori infatti la geografia antropica è così vincolata alle caratteristiche e alla variazione dell'ambiente naturale, come avviene nella pianura ferrarese.
[...]
La tradizione letteraria che concentra sulla foce dell'Eridano una serie di miti arcaici (Fetonte, le isole Elèttridi, i Pelasgi, Diomede) è troppo insistente perchè non si debbano postulare remoti contatti dei navigatori pregreci o paleogreci con le popolazioni - per noi anonime e incerte - del delta del Po. Qui appunto verrà a generarsi il fenomeno urbano, allorché - alla fine del secolo VI a.C. - le correnti commerciali del Mediterraneo orientale s'incontrarono con l'espansione terrestre degli Etruschi nella pianura padana. La convergenza del mondo etrusco-italico e di quello greco-orientale alla foce di un grande fiume dette vita alla civiltà di Spina, che per oltre due secoli fece sentire i suoi effetti nel retroterra padano. Di essa gli scavi nell'ultimo cinquantennio hanno offerto un'eccezionale documentazione archeologica sia attraverso i ritrovamenti della necropoli, sia con la scoperta dell'abitato, la cui esplorazione è appena iniziata. Tuttavia già le fonti letterarie antiche avevano posto in risalto l'importanza di Spina, quando ne ricordavano l'ascendenza pelasga, la talassocrazia, la floridezza commerciale, l'accoglimento degli Spineti nell'anfizionia di Delfi e l'importanza del loro «tesoro» colà depositato".

Nereo Alfieri, La pianura ferrarese nell'antichità. Aspetti di geografia fisica e antropica, in: Insediamenti nel ferrarese. Dall'età romana alla fondazione della Cattedrale, Firenze Centro Di 1976. 
La versione integrale dell'articolo è consultabile presso la nostra Biblioteca, alle norme di Regolamento.

giovedì 8 marzo 2018

Liturgia e vita



La Biblioteca del Seminario si appresta a completare l'acquisizione della collana Liturgia e vita, pubblicata dalle edizioni Qiqajon.
Leggiamo, da una prefazione di Enzo Bianchi:
"Se tutte le creature sono convocate nella liturgia cristiana, se l'assemblea si fa voce di ogni creatura, anche le arti che sono espressione della creatività dell'uomo devono essere presenti con le loro forze, la loro performance, la loro bellezza. Ma la bellezza è veramente tale se è al servizio della liturgia per rivelare anch'essa, con ciò che essa è, il mistero di Dio. La liturgia ha bisogno dell'arte perchè ha bisogno che in essa sia coinvolto tutto l'uomo, anche l'uomo che crea, che trasfigura, che esprime"
La Biblioteca già dispone dei volumi: Liturgia e arte, Il gesto e la parola, La forma della Chiesa, Spazio liturgico e orientamento, Architettura e liturgia, L'ambone, L'altare, L'Eucaristia, Assemblea santa.
I volumi sono consultabili in sede ma anche ammessi al prestito, alle condizioni di Regolamento.



martedì 6 marzo 2018

Giovanni Fontana alla scuola di Carlo Borromeo avanti l'episcopato ferrarese


Il quarto libro pubblicato dal Seminario ha per titolo Giovanni Fontana alla scuola di Carlo Borromeo avanti l'episcopato ferrarese ed esce nel 2000 per le edizioni Cartografica. L'opera è firmata da Mario Marzola, stimatissimo filosofo, teologo e storico della diocesi scomparso nel 2003, già autore di una Storia della chiesa ferrarese nel secolo XVI (1497-1590) in due volumi.
Il saggio su Fontana è impreziosito dalla prefazione di Luciano Chiappini, illustre storico locale.
Leggiamo nella premessa dell'autore: "Mons. Giovanni Fontana prima della promozione alla sede arcivescovile di Ferrara ha prestato servizio per circa ventidue anni al cardinal Carlo Borromeo. Proveniva quindi da una diuturna, alta, rara e fortunatissima scuola. [...] Dal presente studio emergono nuove grandezze di San Carlo Borromeo, la cui opera, ancora oggi a più di quattro secoli dalla sua morte, riempie di fascino la Chiesa".

lunedì 5 marzo 2018

Un autografo dell'abate Libanori


Le "Vitae et res gestae pontificum romanorum" sono un'opera in due volumi di Alfonso Chacòn, filologo ed erudito domenicano andaluso (1540-1599). Gli esemplari in nostra custodia sono impreziositi dalla dedica autografa dell'abate cistercense Antonio Libanori che li donò al "suo" monastero di San Bartolo, ubicato nell'area dell'antica cattedrale di San Giorgio extra moenia.


Aspettando il Giubileo

In occasione del prossimo anno giubilare 2025 sarà possibile raggiungere il centro della cristianità grazie all'iniziativa messa in ca...