mercoledì 28 febbraio 2018

Ancora su santa Giustina


Avendo introdotto il tema di santa Giustina a Ferrara, non si può ignorare il bel volume di padre Raffaele Talmelli Il candido coro degli Angeli. Ricordo delle monache agostiniane del Monastero di santa Giustina in Ferrara. Il libro è importante sia perchè fornisce testimonianze capillari dell'ultima generazione di monache rimaste ad abitare il monastero fino all'anno della sua chiusura, avvenuta nell'aprile 2001, sia perchè richiama l'alta tradizione musicale di cui le agostiniane furono protagoniste, fin dalla prima sede di San Vito. Dell'Accademia Musicale avremo modo di riparlare, intanto però leggiamo le parole di padre Talmelli sulla chiesa che fu ultima sede della comunità.

"Il complesso di santa Giustina fu costruito in Ferrara a poca distanza dalla chiesa di San Biagio circa nell'anno 800 sotto il pontificato di Leone III, e venne posto alle dipendenze del cenobio benedettino di Santa Giustina in Padova sorto circa un secolo prima, e fu così dedicato alla martire padovana. Nel 1278 viene costituito in parrocchia e tale rimase fino all'agosto 1583, quando alla morte del parroco don Battista Containi, il vescovo Paolo Leoni ottenne da papa Gregorio XII l'autorizzazione ad istituire, presso il monastero di Santa Giustina, un Seminario in ottemperanza alle costituzioni del Concilio di Trento. Il Seminario aprì i battenti il 22 luglio 1584, raccogliendo quattordici giovinetti «vestiti con tonache di color lionato e perciò denominati chierici rossi». Il successore del vescovo Leoni e cioè Giovanni Fontana, durante il ventennio del suo governo episcopale, diede un grande impulso all'Istituto, ampliando gli edifici e acquistando l'orto in una zona contigua già utilizzata come cimitero ebraico.
Nel 1721 il cardinale Tommaso Ruffo trasferì il Seminario nel quattrocentesco palazzo Trotti-Costabili nell'attuale via Cairoli e istituì in Santa Giustina un conservatorio «per le putte di civile estrazione» che poi divenne un orfanotrofio fino ai primi del '900.
Nel 1907 Elvira Fiorentini acquistò il monastero e lo fece restaurare e modificare per poterlo designare a due nuove istituzioni: il collegio "Convitto Estense" e il "Pensionato Torquato Tasso", opere che ebbero scarso successo, anche se ospitarono non più giovani bisognosi ma studenti di buona condizione sociale. I convitti dopo pochi anni di vita vennero chiusi e così nuovamente ristrutturato fu ceduto alle monache dalla proprietaria. Il 22 agosto 1916 quattordici monache in condizioni di grande povertà traslocarono da Sant'Apollonia a Santa Giustina assieme alla loro convittrice".

R. Talmelli, Il candido coro degli angeli. Ricordo delle monache agostiniane del Monastero di santa Giustina in Ferrara, Siena Cantagalli 2005, pp. 33-34, consultabile presso la sala studio della Biblioteca.

martedì 27 febbraio 2018

Santa Giustina, da prima sede del Seminario a convento di monache agostiniane



"Nel 1584 finalmente, per l'opera appassionata del vescovo Leoni e per l'incoraggiamento stesso di San Carlo Borromeo (presente a Ferrara per tre giorni nel febbraio del 1580), il Seminario viene aperto in santa Giustina e locali annessi", Chiappini Angelini Baruffaldi La Chiesa di Ferrara nella storia della città e del suo territorio, vol. 2, p. 54.

"Chi dal centro della città arriva alla fine di via Garibaldi, vede in piazza Cortebella sorgere un'antica chiesetta ora rifatta e abbellita che prende il nome di s. Giustina. Vi è accanto ad essa il monastero di religiose agostiniane che vivono in clausura, laddove un tempo sorgeva un ospedale e più recentemente il Seminario. Narra il Guarini che quella chiesa venne edificata «da li monaci cassinesi sotto il pontificato di Leone III... unendola essi all'abbazia di s. Giustina di Padova». La chiesa che nella vicenda dei secoli subì varii rifacimenti sorgeva in mezzo a quartieri abbastanza popolati ed ebbe cura d'anime certamente fin dal Mille", B. Pagnin I beni della Chiesa di santa Giustina di Ferrara alla fine del sec. 13 e principio del 16., Studi vari, "Atti e Memorie" n.s., 14 1955, p. 121.

"In fondo a via Garibaldi, nella piazza Cortebella, si trovano la chiesa di S. Giustina e l'attiguo Convento che ospita suore Agostiniane di clausura dal 1916. La chiesa conserva il prospetto aleottiano, mentre il convento, gravemente danneggiato durante la guerra, è stato ricostruito.
La chiesa ha origini antichissime: pare risalga alla fine dell'VIII secolo o ai primi del IX. Fatta costruire dai monaci benedettini Cassinesi alle dirette dipendenze della Badia di Padova (Cenobio Benedettino di Santa Giustina), fu parrocchia fin dal Duecento. L'edificio è stato oggetto nei secoli di varie trasformazioni: alla fine del '500 l'Aleotti ne eseguì una ridefinizione strutturale e venne realizzata la porta in marmo con l'ovale della Madonna dei Lombardi. Nel 1769 vennero aggiungi il campanile e la chiesa interna fu ridotta all'attuale forma ottagonale da Antonio Foschini.
Fin dal 1584 il complesso di S. Giustina era divenuto sede del Seminario che vi rimase fino al 1721 quando fu trasferito al palazzo Trotti Costabili. L'edificio, rimasto libero, venne allora adibito a "Conservatorio per le putte di civile estrazione" o, più sempicemente, "Conservatorio di zitelle". La sua fondazione fu caldeggiata dall'allora arcivescovo di Ferrara cardinale Ruffo, che ne fece i Capitoli approvati dal papa Clemente XI", Le custodi del sacro, a c. di Marina Calore, aa.vv., Tipolito Estense Bego 1999, p. 234. Da questo volume è tratta anche la foto

Tutti i volumi e gli articoli citati sono consultabili presso la nostra sede.

lunedì 26 febbraio 2018

Il Seminario di Ferrara: notizie e documenti


Terza pubblicazione del Seminario arcivescovile, Il Seminario di Ferrara: notizie e documenti uscì nel 1998 per i tipi editoriali di SATE - Industria Grafica.
L'autore è Lorenzo Paliotto, appassionato storico della diocesi che avremo modo di richiamare per altre pubblicazioni. Il volume venne inserito come 23. della rivista di storia locale Analecta Pomposiana, e ripercorre le vicende dell'istituzione del Seminario dagli esordi in santa Giustina al trasferimento nei locali di via Cairoli, allora Borgonuovo, voluto dal card. Ruffo (1663-1753), fino alla sede attuale di via Fabbri.
Il libro è disponibile alla consultazione in Biblioteca, alle condizioni del regolamento

venerdì 23 febbraio 2018

Il convento di sant'Andrea


Il convento di sant'Andrea a Ferrara sorse attorno all'anno 1000. Assegnato alla comunità degli Eremitani di sant'Agostino, godette fin dalle origini dei favori degli Estensi - e segnatamente di Azzo VII che vi trasferì gli agostiniani dalla precedente sede di sant'Antonio in Polesine, ceduta al cenacolo di benedettine riunite attorno alla figlia Beatrice II d'Este. Fu consacrato nel 1438 da papa Eugenio IV, presente in città per partecipare al concilio ecumenico di Ferrara-Firenze.
Apprendiamo da Gualtiero Medri: "Nel 1527 la chiesa si arricchisce [...] della Cappella del SS. Sacramento, costruita da Giovan Battista Aleotti detto l'Argenta, nella quale avrà più tardi la tomba per sè e per la moglie. Nel periodo della maggior floridezza, sant'Andrea vantava un'ampia navata centrale e due navate laterali lungo le quali si aprivano le cappelle di forma semicircolare".
Oggi non ne restano che ruderi - la foto è tratta da Wikipedia - ma dovette essere stato uno dei conventi più importanti della città, come è possibile dedurre dall'imponenza degli affreschi rimasti, attualmente visibili presso Casa Romei.
Così pure dovette essere imponente la biblioteca, secondo il costume del tempo. Purtroppo perduta, essa sopravvive tuttavia in qualche esemplare custodito presso la nostra sede. La gran parte delle acquisizioni è dovuta al priore Luigi (Aloysius) Giannini, che usava "segnare" gli acquisti con molta precisione, e così continuò a fare, anche dopo essere stato assegnato a più ambite sedi.
Questa pregevolissima seicentina riporta nel foglio di sguardo la sua dedica autografa: "Ad uso di F. Luigi Giannini da Ferrara priore di santa Maria del Popolo di Roma per il suo convento di sant'Andrea di Ferrara con la spesa di Paoli sei, e mezzo".


In basso, sul dorso, la caratteristica etichetta che distingue la collezione dei volumi provenienti dal convento di sant'Andrea


Ed il prezioso frontespizio


Bibliografia:
Medri, Gualtiero, Chiese di Ferrara nella cerchia antica, Mignani 1967

giovedì 22 febbraio 2018

...ma l'antisguardia?


Nel post pubblicato ieri compariva un termine tecnico ormai desueto: l'antisguardia. Usato principalmente nella descrizione del libro antico, indicava più precisamente la pagina antistante il frontespizio vero e proprio; in pratica l'elemento di rilegatura che fungeva da collegamento tra la coperta vera e propria e il volume. Chiamato anche antiporta, spesso ospitava un'incisione artistica (o "stampa in cavo") oppure un richiamo al titolo, un motto o l'impresa tipografica.

Bibliografia (reperibile nella nostra Biblioteca):
Rossi, Marielisa, Il libro antico dal 15. al 19. secolo, Olschki 1994
Baldacchini, Lorenzo, Il libro antico, Nuova Italia 1995

mercoledì 21 febbraio 2018

Le "Massime eterne" di Alfonso M. de' Liguori


Le "Massime eterne" di sant'Alfonso M. de Liguori furono composte attorno al 1728, e divennero ben presto un classico della letteratura di spiritualità. In esso l'Autore espone ordinatamente le preghiere del mattino, le preghiere comuni, le preghiere della sera e le meditazioni per ciascun giorno della settimana.


L'esemplare in nostra custodia è impreziosito dalla coperta ricamata in velluto e reca sull'antisguardia una testimonianza scritta in matita: "Ricamato dalla mia mamma quando era bambina. G[...]"

martedì 20 febbraio 2018

La Chiesa di Ferrara nella storia della città e del suo territorio, vol. 2

Nel 1997 usciva la seconda parte del progetto “La Chiesa di Ferrara nella storia della città e del suo territorio”, con il sottotitolo secoli XV-XX. Coordinatore del progetto fu ancora una volta Antonio Samaritani. Nel dettaglio, Luciano Chiappini curò il capitolo La Chiesa di Ferrara fra Umanesimo e Riforme (secc. XV e XVI); Werther Angelini è autore dell’approfondimento La Chiesa di Ferrara nell’età dell’Assolutismo (secc. XVII e XVIII) e Amerigo Baruffaldi si dedicò a La Chiesa di Ferrara nell’età del Liberalismo e del Totalitarismo (secc. XIX e XX). L’opera è di fondamentale importanza per la vastità del periodo trattato, raccoglie il testimone del primo volume che si era fermato alle soglie del Quattrocento.
Ci riguarda da vicino il breve paragrafo con il quale Luciano Chiappini illustra i primi passi del Seminario (l’anno seguente Lorenzo Paliotto dedicherà alla storia del Seminario un intero volume. Ne parleremo in un prossimo post).
Il volume è consultabile presso la nostra sala studio, negli orari di apertura della biblioteca.

lunedì 19 febbraio 2018

La Passione di Gaetano Previati in mostra a Milano

Gaetano Previati nasce a Ferrara nel 1852 ma qui rimane solo fino alla giovinezza: dopo il servizio militare a Livorno si trasferisce dapprima a Firenze poi a Milano per frequentare l'Accademia di Brera. Nella città natale tornerà solo sporadicamente; un po' più a lungo si tratterrà solo attorno al 1882 per motivi di salute. Muore in Liguria, segnatamente a Lavagna, nel 1920; le spoglie mortali riposano nel Cimitero monumentale della Certosa di Ferrara.
Alcune importanti opere a carattere sacro sono state riunite sotto il titolo La Passione di Previati per un percorso espositivo che andrà in scena ai Chiostri di sant’Eustorgio, in collaborazione con i Musei Vaticani. L’esposizione, presentata alla stampa in anteprima il 12 febbraio, aprirà al pubblico martedì 20 febbraio 2018 e si compone del grande dipinto raffigurante La via del Calvario, recentemente entrato a far parte delle collezioni del Museo Diocesano Carlo Maria Martini per lascito testamentario, e delle stazioni della Via Crucis, recentemente restaurata e conservata nelle Collezioni di arte contemporanea dei Musei Vaticani.
È possibile approfondire la conoscenza di Gaetano Previati presso la nostra Biblioteca attraverso gli importanti contributi critici di Antonio Torresi, Lucio Scardino, Gianni Venturi, Giacomo Savioli, Antonio Caggiano, Gabriele Turola, Achille Locatelli Milesi. Sono presenti in catalogo anche opere teoriche dello stesso pittore ferrarese: La tecnica della pittura, in edizione Torino f.lli Bocca del 1905, le Lettere al fratello in edizione Hoepli 1946, Della pittura. Tecnica e arte, nuova edizione a c. di Antonio Torresi per i tipi della ferrarese Liberty House. La rivista Humanitas, nel n. 2 del 2007, ha presentato gli Inediti sul divisionismo. Queste opere non sono ammesse al prestito in quanto facenti parte del fondo locale o edite prima del 1980 ma comunque consultabili secondo le modalità previste dal regolamento della biblioteca.

venerdì 16 febbraio 2018

La Chiesa di Ferrara nella storia della città e del suo territorio, vol. 1

La prima pubblicazione promossa dal Seminario arcivescovile di Ferrara uscì nel 1989 per i tipi di Gabriele Corbo. Il titolo era La Chiesa di Ferrara nella storia della città e del suo territorio. Secoli IV-XIV, prima parte di un progetto completato poi nel 1997 con l’uscita del secondo volume, dedicato ai secoli più vicini.
All’interno del libro, il prof. Amedeo Benati trattava il periodo tra tardo antico e alto medioevo, in pratica dalla fondazione della chiesa di Voghenza, esaminando a fondo le discusse tradizioni relative alle biografie di san Leo e san Maurelio, compatrono della Chiesa ferrarese. Nella seconda parte, il compianto Antonio Samaritani fraterno amico della biblioteca del Seminario trattava il periodo successivo, che vide l’affermarsi della riforma gregoriana, l’istituzione della nuova cattedrale e l’intensificarsi della religiosità laicale.
Il volume non è ammesso al prestito ma può essere agevolmente consultato presso la sala studio della biblioteca negli orari di apertura.

giovedì 15 febbraio 2018

Perchè un blog

Questo nuovo strumento di divulgazione si affianca alla pagina facebook e al neonato profilo twitter della biblioteca in quanto negli ultimi mesi abbiamo registrato un interesse crescente verso le nostre attività culturali e l'annesso collegio universitario. Accanto alla naturale funzione di prestito e consultazione, negli anni la biblioteca si è fatta promotrice di una nutrita serie di pubblicazioni a carattere storico-scientifico sulla diocesi di Ferrara e la storia della sua spiritualità. I volumi pubblicati verranno progressivamente illustrati in questo blog, e sono reperibili presso la nostra sede in via Fabbri 410

In Umbria, un G7 sui temi dell'inclusione e disabilità

  E' in pieno svolgimento in Umbria l'incontro del G7 sul tema " Disabilità e inclusione ". Per l'Italia parlerà Aless...