(foto tratta da Wikipedia)
Omelia 1, Il bene della preghiera
«La parola divina ci mostra l'insegnamento sulla preghiera per il quale, ai discepoli che ne sono degni e che cercano con diligenza la conoscenza della preghiera, si suggerisce come conviene guadagnarsi l'ascolto divino per il tramite delle parole dell'orazione. Io per parte mia vorrei osare un po' e aggiungere qualcosa a quanto è stato scritto nel senso che non è necessario istruire la presente assemblea su come bisogna pregare ma sul fatto che occorre assolutamente pregare, cosa che forse non è ancora arrivata alle orecchie di molti. Infatti nella vita viene trascurata e negletta dai pù questa opera sacra e divina: la preghiera.
Su questo argomento dunque mi sembra che sia cosa buona in primo luogo, per quanto possibile, testimoniare con il discorso che bisogna decisamente perseverare nella preghiera, come dice l'apostolo, e quindi dare ascolto alla voce divina che ci suggerisce il modo con cui occorre rivolgere al Signore la supplica. Noto infatti che nel mondo attuale ci si dà pensiero di tutto, ponento attenzione chi a una cosa chi a un'altra, senza tuttavia che si ponga tra gli uomini riguardo al bene della preghiera.»
Su questo argomento dunque mi sembra che sia cosa buona in primo luogo, per quanto possibile, testimoniare con il discorso che bisogna decisamente perseverare nella preghiera, come dice l'apostolo, e quindi dare ascolto alla voce divina che ci suggerisce il modo con cui occorre rivolgere al Signore la supplica. Noto infatti che nel mondo attuale ci si dà pensiero di tutto, ponento attenzione chi a una cosa chi a un'altra, senza tuttavia che si ponga tra gli uomini riguardo al bene della preghiera.»
[...]
«Qualora la preghiera preceda l'impegno negli affari, il peccato non trova accesso nell'anima. Se infatti il ricordo di Dio rimane fissato nel cuore, i disegni dell'avversario risultano vani e la giustizia in ogni circostanza si pone come punto di equilibrio tra coloro che sono in disaccordo. La preghiera trattiene dal peccato anche il contadino, rendendo abbondanti in poca terra i frutti, perchè non si insinui oltre il peccato per il desiderio del di più. Così il viandante, così chi si prepara a una spedizione o alle nozze, così chiunque metta impegno in qualcosa, se lo fa con la preghiera, la riuscita dei suoi negozi lo terrà lontano dal peccare, dal momento che nessun nemico spinge l'anima verso il vizio. E se invece, abbandonato Dio, uno si dedica tutto agli affari, con ogni necessità costui che è fuori da Dio sarà completamente dalla parte dell'avversario. Si separa da Dio chi non lega se stesso a Dio per mezzo della preghiera. Perciò per questo è necessario in primo luogo che siamo istruiti dalla parola divina secondo la quale bisogna pregare sempre e non stancarsi mai. Dal pregare infatti proviene lo stare con Dio; chi è con Dio è separato dall'avversario.»
Gregorio di Nissa, La preghiera del Signore, collana "Testi patristici", ed. Città Nuova, Roma 2016