venerdì 24 gennaio 2020

La Ca' di Dio di Ferrara

(Immagine tratta dal sito FeDetails, che ringraziamo)

Ritorniamo sulla principale struttura d'accoglienza per l'infanzia abbandonata in epoca rinascimentale (ne avevamo già parlato qui) e lo facciamo leggendo assieme a voi il contributo di Lodovica Marabese, L'infanzia abbandonata alla Ca' di Dio di Ferrara (1653-1798).
«La principale istituzione che a Ferrara si occupava di accogliere e curare i bambini abbandonati era l'ospedale San Cristoforo che condivise per lungo tempo fino al 1494 questo compito con un'altra struttura ospedaliera: il san Leonardo. Le origini dell'ospedale San Cristoforo, meglio conosciuto come Ca' di Dio, risalgono alla metà del XIII secolo anche se non si conosce la data precisa di fondazione. La più vecchia pergamena che si conservi in Archivio, datata 1249, indica chiaramente che la struttura era in funzione da qualche tempo e antichi testamenti risalenti agli anni 1268 e 1277 con i quali venivano decisi dei provvedimenti in favore dei bambini abbandonati confermano l'impegno sociale, che in seguito diventò primario, del San Cristoforo: l'accoglienza dei trovatelli.
Questo pio luogo chiamato anche San Cristoforo dal Ponticello, per un passaggio presso la fossa della città che in seguito divenne via Giovecca, sorgeva vicino alle mura della città dentro il quartiere di San Romano, divenuto località centrale a seguito dell'addizione erculea nel 1492, in via dei Bastardini (oggi via Bersaglieri del Po). Al confine con il vicolo del Gambero era situata ai primi tempi la ruota testimone di miseria, di abbandono, di morte ma anche di salvezza.
L'istituto ebbe diverse denominazioni: ospedale di San Cristoforo, dal titolo della chiesa annessa all'ospedale; dello Spirito Santo, titolo che deriva dalla Confraternita che resse le sorti dell'istituto dal 1408 al 1428, Ca' di Dio per le premure e le cure con cui la Confraternita portava avanti il suo ufficio (titolo che fino al 1366 appare indicato in pubblico rogito e che comunemente veniva utilizzato per indicare l'istituto), Ospitale dei bastardini o dei Protetti, infine Luogo Pio degli Esposti.


Nel 1389 la struttura, che per troppo tempo era stata trascurata, per sensibilità di Virgilio Silvestri, cameriere del marchese Alberto III d'Este e di suo figlio Andrea, canonico della Cattedrale di Ferrara, venne riedificata e adattata allo scopo di "raccogliere i parti esposti si legittimi che spurij o bastardi abandonati dalla crudeltà de' loro genitori", orientandosi così verso una forma assistenziale intermedia tra il brefotrofio e l'ospedale. Poichè nel frattempo, l'ospedale si era reso incapace di contenere il numero di trovatelli purtroppo costantemente in aumento, nel 1570 Barbara d'Austria, seconda moglie di Alfonso II, ultimo duca di Ferrara, con l'aiuto del marito e di molte altre autorevoli persone ampilò e modificò, su disegno di Alberto Schiatti, l'ospedale di San Cristoforo nell'ampia ed elegante struttura che ancora oggi mentiene».

Il saggio di Lodovica Marabese è contenuto in "Atti e Memorie", Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria, Serie IV volume 16, Ferrara S.A.T.E. 2000; consultabile in biblioteca alle norme di regolamento.
Volendo ulteriormente approfondire, un contributo davvero esaustivo viene da Daniela Fratti con È venuto alla casa involto nelle straze, edito nel 2014 da Italia tipolitografia. Un altro cenno della stessa autrice nell'articolo Origini e scomparsa della prima maternità italiana, in "Rivista dell'Ostetrica", anno VII n. 2 del 2017, consultabile a questo link.

lunedì 20 gennaio 2020

Angelo Conti, scultore neoclassico


Il catalogo online delle opere presenti alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea presenta una Allegoria della notte opera dello scultore Angelo Conti che presentiamo in testata. 
Su Angelo Conti, più dettagliatamente leggiamo Eleonora Testoni, La scuola ferrarese di scultura dal 1869 al 1876, in "Annali dell'Università di Ferrara" 3, 2006:
«Era nato a Ferrara nel 1812. Dopo avere seguito i corsi tenuti a Bologna dal neoclassico Giacomo De Maria, si era recato a Roma. Finanziato dal Comune e da mecenati della sua città natale, aveva frequentato le scuole del Campidoglio, l'Accademia di San Luca e fatto pratica nello studio di Alberth Thorvaldsen, sostenitore delle più rigorose teorie del Neoclassicismo. Ritornato a Ferrara i primi giorni del 1831 per consegnare alla Magistratura un suo busto marmoreo rappresentante Ludovico Ariosto, in aprile era ripartito per Roma. Nel 1835, nuovamente rimpatriato, aveva donato al Gonfaloniere due busti in gesso raffiguranti Benvenuto Tisi da Garofalo. Dopo aver realizzato, durante l'ennesimo soggiorno romano, un bassorilievo in memoria del Tisi, negli anni cinquanta aveva lavorato a Ferrara presso Camillo Torreggiani (scultore apprezzato per la sua capacità di coniugare neoclassicismo e verismo borghese). Conti era poi ritornato ancora una volta a Roma».

L'intera biografia è consultabile presso la nostra sede, negli orari di apertura e alle norme di regolamento.

martedì 14 gennaio 2020

Solennità dei santi di casa d'Este

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Quest'anno il triduo di preghiera dedicato alla beata Beatrice II d'Este verrà predicato da don Francesco Viali, direttore dell'Ufficio per la Pastorale Sociale, Lavoro, Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato e vicario parrocchiale dell'Unità pastorale di Borgovado.
Il ciclo liturgico avrà inizio domani, mercoledì 15 gennaio alle 16,45 con la preghiera dei Vespri cantati dalla comunità monastica a cui farà seguito la santa Messa delle 17,30. Anche il giorno successivo  16 gennaio la liturgia manterrà gli stessi orari.
Venerdì 17 gennaio solennità di sant'Antonio abate cui il monastero è titolato, la santa messa sarà celebrata da don Fabio Ruffini alle ore 10,30; nel pomeriggio si potranno nuovamente seguire i vespri ed assistere alla santa Messa delle 17,30.
Sabato 18 gennaio solennità della beata Beatrice II d'Este fondatrice del monastero, la messa delle 10,30 sarà celebrata da don Paolo Bovina, e ai vespri delle 16,45 seguirà la concelebrazione eucaristica presieduta dall'Arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego.
Domenica 19 gennaio il vicario generale Mons. Massimo Manservigi chiuderà le celebrazioni con la santa Messa delle 10,30 dedicata ai santi di casa d'Este.
Il Monastero di sant'Antonio in Polesine sorge nel nucleo più antico della città, come illustrato qui, nell'oasi senza tempo di vicolo del Gambone 15/a.

mercoledì 8 gennaio 2020

La bottega del Guercino in mostra a Spoleto


A Spoleto, la cooperativa Sistema Museo cura da diversi anni una piacevole e colta tradizione: Mezz'ora dopo la chiusura, ciclo di visite guidate a Palazzo Collicola per scoprire i raffinati tesori della cittadina umbra. Il programma è aggiornato mensilmente e le proposte tematiche sempre originali e coinvolgenti; una in particolare ha attirato la nostra attenzione in quanto avrà per protagonista un pittore molto legato alle nostre terre: il "Guercino" Giovan Francesco Barbieri che assieme al fratello Paolo Antonio operò nella bottega fondata nella cittadina centese. Palazzo Collicola ne custodisce alcuni prestigiosi dipinti, e proprio questa collezione sarà oggetto della visita guidata di venerdi 17 gennaio alle ore 18,30.

La bottega del Guercino
Capolavori barocchi a Spoleto

In Umbria, un G7 sui temi dell'inclusione e disabilità

  E' in pieno svolgimento in Umbria l'incontro del G7 sul tema " Disabilità e inclusione ". Per l'Italia parlerà Aless...