venerdì 29 novembre 2019

Teodoro Bonati


Ho fatto le medie al Bonati. All'epoca, si trovava in via Savonarola 32 - oggi vi ha sede l'Istituto di Istruzione Superiore "Luigi Einaudi". Ma, come la maggior parte dei miei compagni, non sapevo minimamente chi fosse il cav. Teodoro Bonati, e qualcuno fece battute quando dalla facciata della loggia di San Crispino apprendemmo che si trattava "semplicemente"... di un'idraulico!
Eppure, in tempi di piena del Po potremmo riflettere su cosa potesse propriamente significare il termine, a cavallo tra Sette e Ottocento. Teodoro Bonati in realtà fu medico e matematico, ingegnere e accademico, docente di idrostatica e idrodinamica presso l'Università cittadina. Ne troviamo ampia notizia nel Dizionario Biografico Treccani, ad vocem.
Oltre alle Riflessioni critiche presentate in foto qui sopra, in Biblioteca è possibile consultare un curioso Sperimento proposto per iscoprire se realmente la terra stia quieta oppure si muova. Si tratta ovviamente di fascicoli facenti parte del fondo antico, e quindi consultabili soltanto in loco previo appuntamento.


martedì 26 novembre 2019

Il soffio di Saint-Denis


La Biblioteca del Seminario conosce bene il dott. Marco Bonora, per aver concorso alla pubblicazione di due suoi volumi: Da Bologna a Ferrara, il Novecento nell'arte della vetrata istoriata, quarto della collana L'occhio di Ulisse nel 2009 e 150 pagine di Vetro per l'Architettura nel 2012, editi entrambi da Cartografica. Marco Bonora, laureato all'Università di Ferrara in Scienze Matematiche - Beni culturali, dal 1981 collabora con industrie multinazionali nel settore della produzione, progettazione e marketing del vetro prestazionale per l'Architettura. Ora esordisce come narratore con la pubblicazione di un romanzo di ambientazione medievale, Il soffio di Saint Denis, che presenterà sabato 14 dicembre alle ore 17 a San Giorgio di Piano. Nel porgere a Marco i nostri più cari auguri per la nuova avventura editoriale, segnaliamo l'evento e invitiamo a partecipare.

giovedì 21 novembre 2019

Tamar Herzig a Ferrara



Tamar Herzig è studiosa particolarmente legata a questa città, a motivo principalmente dei suoi studi su Lucia da Narni. Spesso citata da mons. Samaritani nella sua monografia, è autrice di The Rise and Fall of a Savonarolian Visionary: Lucia Brocadelli's Contribution to the Piagnone movement, uno studio peculiare che mette in luce i legami tra la mistica viterbese e il pensiero savonaroliano, segnatamente al movimento dei Piagnoni. Tamar Herzig sarà domenica 24 novembre h. 10,30 a Casa Romei, per illustrarci i risultati delle sue recenti ricerche sulla figura dell'ebreo Salomone da Sesso, orafo di Lucrezia Borgia. L'evento è stato reso possibile dalla sinergia tra Comunità ebraica di Ferrara, Libreria Sognalibro, Polo Museale dell'Emilia Romagna - Museo di Casa Romei e le seguenti associazioni culturali: Gruppo Archeologico Ferrarese, Garden Club Ferrara, Centro Documentazione Donna, e rientra nella serie di manifestazioni incentrate su Lucrezia Borgia a 500 anni dalla sua morte.

venerdì 15 novembre 2019

Dino Tebaldi, il Maestro

Quanto manca, alla nostra epoca e alla nostra città, un Maestro come Dino Tebaldi!
Ci piace richiamare qui la bella definizione di Riccardo Roversi, «una sorta di Diogene contemporaneo munito di computer portatile, che utilizzava la sua premeditata distanza dal "caos" quotidiano per osservare meglio la realtà che lo accoglieva e che archetipicamente gli apparteneva».


Gli è stata dedicata una piccola ma laboriosa biblioteca di quartiere in via Ferrariola, la potete trovare qui.
Il Maestro scrisse tantissimo - e tanti dei suoi scritti potete ritrovare nella nostra biblioteca e al CEDOC di Santa Francesca; insieme, andiamo a leggere qualche riga dal piacevolissimo Ferrara. Le strade del silenzio.


«La stradina che adesso si chiama Via G. Frescobaldi - laterale di Corso della Giovecca, tra la Via Palestro (già Boccacanale di S. Guglielmo) e le Porte Serrate (ora via Montebello) - per secoli s'è chiamata Via delle Zitelle: un epiteto che forse voleva... prendere in giro qualcuno, ed ha poi sempre fatto sorridere tutti. Si può pensare - sbrigativamente - che sia nata con l'addizione urbanistica rinascimentale, prolungamento logico del medievale asse Vignatagliata-Via del Fasolo (ora De' Romei). È più probabile, invece, che esistesse anche prima, silenzioso sentiero campestre diretto ad una verde delizia degli Este, «specializzati» in intrighi di corte, prelievi fiscali e bagordi lontani dagli occhi di tutti. Lo lascia intendere il sottotitolo della targa stradale: Via di Belvedere.
Le zitelle che avevano dato nome alla strada stavano di là della Giovecca, ospiti dell'orfanotrofio S. Margherita che Barbara d'Austria aveva aperto - dopo il 1570 - nel deserto Palazzo Pendaglia (attuale sede della scuola alberghiera): un luogo per giovanette senza famiglia, in attesa di trovare marito (che chiedevano in preghiera a Santa Zita)».

Il libro è consultabile in biblioteca, assieme ad altre preziose testimonianze degli itinerari ferraresi di Tebaldi, fra cui segnaliamo La cerchia intorno, Giovanni Vicentini editore, 1993.


martedì 12 novembre 2019

Isa Magrini Ascoli, pittrice bassaniana a Ferrara

«Recentemente sono apparsi sul mercato antiquario di Ferrara un paio di bellissimi dipinti di Isa Magrini Ascoli, pittrice valente quanto rara a trovarsi. Si tratta di due oli su tela di cm. 80x150 realizzati agli inizi del Novecento, presumibilmente per arredare una boiserie di gusto liberty di un salotto ferrarese (la stessa casa dell'autrice?).
I due pannelli hanno una forte connotazione simbolica: il primo rappresenta una figura femminile, dalla chioma fulva, ripresa di spalle nell'atto di suonare una chitarra. L'ambientazione notturna della scena si arricchisce di suggestivi elementi architettonici (una balaustra sulla quale poggiano curiosi vasi decorati), naturalistici (piante rampicanti simili a viticci, attorcigliate sulle colonnine) e atmosferici (nuvole striate che attraversano un cielo bluastro). Questo dipinto è stato restaurato dallo scrivente».


E "lo scrivente" è il compianto Antonio P. Torresi, autore dell'articolo Una pittrice bassaniana artista ebrea tra Ferrara e l'Europa, comparso sul n. 10/1998 della rivista «Ferrara storia». 
(Dall'articolo abbiamo tratto anche l'immagine del dipinto, irreperibile in altro modo; ci scusiamo per la cattiva qualità della riproduzione).
Su Isa Magrini Ascoli, nata a Ferrara nel 1876 e deceduta nel campo di concentramento di Auschwitz, troviamo notizie biografiche qui, qui e qui; segnaliamo pure il saggio di Lucio Scardino La pittrice ferrarese Isa Magrini Ascoli, dilettante di gran classe, apparso nel 2015 all'interno del volume Vicino al focolare e oltre : spazi pubblici e privati, fisici e virtuali della donna ebrea in Italia (secc. XV-XX): atti del convegno internazionale di studi organizzato dal Museo internazionale dell'Ebraismo italiano e della Shoah, in collaborazione con Archivio di Stato di Ferrara; 18-19 novembre 2014, Aula magna del dipartimento di economia e management, Ferrara.

mercoledì 6 novembre 2019

Cenni biografici su Adolfo Magrini

Nel post Ferrara città incantata è stato fatto fuggevole cenno al pittore simbolista Adolfo Magrini (1876-1957). L'accenno richiamava le sue rappresentazioni della "leggenda nera" legata a Marfisa d'Este, evidentemente famose visto che anche il primo contributo che ci viene incontro dal nostro catalogo si intitola precisamente Le due Marfise di Adolfo Magrini (ne è autore Lucio Scardino, in La Pianura n. 2/87). Dal noto critico apprendiamo che l'artista «nacque il 10 luglio 1874 a Ferrara, dall'avvocato Pietro. Qui frequentò la civica scuola d'arte "Dosso Dossi" con insegnanti Longanesi, Ravegnani, Legnani: quindi si perfezionò all'Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida del grande Domenico Morelli. Se a Ferrara Magrini ricevette robusti rudimenti pittorici, a Napoli il contatto con l'opera di Morelli (autore, fra l'altro, di vari dipinti sulla vita del Tasso, di ambientazione ferrarese) lo suggestionò nell'adozione di una sorta di tardo Romanticismo storico, con evidente substrato veristico, benchè "letterariamente" trasfigurato. Tornato a Ferrara, oltretutto, l'amicizia con il coetaneo Domenico Tumiati, poeta, critico e commediografo, rappresentante di istanze simbolistiche, idealiste e, infine, storico-realiste (celebri i suoi drammi dedicati ai personaggi del Risorgimento), amico di audaci pittori moderni quali Previati, Segantini e Pellizza, fece il resto».

(immagine tratta da un lotto della casa d'aste on-line Catawiki)

Cursoriamente ne parla anche Antonio P. Torresi nel saggio Esercizi d'ornato neoestense: le cappelle del forese (All'ombra dei pioppi, cimiteri nel forese di Ferrara, Liberty House 1991)
«Tra i membri più significati di queste commissioni (si parla delle Commissioni Municipali di Belle Arti, n.d.s.) va ricordato l'architetto Adolfo Magrini, docente all'Università ferrarese, direttore della Civica Pinacoteca e progettista quando mai eclettico, il quale postillò varie richieste negli anni Venti». 

(pubblicità tratta dal sito Rumori rubati, testimonia la sua attività di incisore, illustratore e scenografo)

Nel nostro catalogo, abbiamo trovato poco altro. Firma, con lo pseudonimo Endymion, un articolo su Gaetano Previati apparso nell'Avvenire d'Italia del 24 gennaio 1910.

Aspettando il Giubileo

In occasione del prossimo anno giubilare 2025 sarà possibile raggiungere il centro della cristianità grazie all'iniziativa messa in ca...