venerdì 27 aprile 2018

Un'edizione settecentesca

La Censura celebriorum authorum sive Tractatus in quo varia virorum doctorum de clarissimis cujusque Seculi Scriptoribus Judicia traduntur è un volume abbastanza raro; se ne conoscono appena tre edizioni: 1490, 1694, 1710.


L'autore è Sir Thomas Pope Blount (1649-1697), discendente di un'antica famiglia dello Staffordshire, membro del parlamento inglese dal 1679 al 1681 per la circoscrizione di Sant'Albano, e in seguito cavaliere della contea di Hertfort.


L'edizione in nostra custodia è la ginevrina del 1710, con frontespizio in rosso e nero e capilettera decorati.




lunedì 23 aprile 2018

San Giorgio, onomastico del Papa: auguri da tutto il mondo 2018 04 23


Nel giorno del Santo patrono della città, la Biblioteca del Seminario si associa agli auguri di buon onomastico del Santo Padre

venerdì 20 aprile 2018

Il Vangelo tra la gente: missionari ferraresi nel mondo



Nel 2003, promosso dal Seminario Arcivescovile, esce per i tipi di Gabriele Corbo editore il saggio Il Vangelo tra la gente. Missionari ferraresi nel mondo. Leggiamo dalla Prefazione di don Andrea Zerbini: «Questo lavoro di Carlo si articola in due parti, delle quali la prima illumina la seconda e quest'ultima si innesta sulla prima, e diviene così una rilettura di Ferrara missionaria, titolo della seconda parte del testo, alla luce delle Missioni nel mondo, titolo della prima parte, quasi a dire che la semente va compresa in situazione, in quella vasta terra che è il mondo a cui la Chiesa è mandata a portare il suo dono di speranza: il Vangelo di Gesù.
Qui l'intuizione è felice, perchè riprende una prospettiva ecclesiologica conciliare che potrebbe sinteticamente esprimersi con il titolo di un saggio di p. Congar: La mia parrocchia vasto mondo. Così credo sia anche l'orizzonte in cui si muove la spiritualità profonda di Carlo, che è quella del "luogo/non luogo" o del "luogo sconfinato" della sua parrocchia».
Nell'Introduzione, la storia del Centro Missionario della Diocesi di Ferrara-Comacchio, a seguire, il capitolo Le missioni nel mondo, poi Ferrara missionaria; chiudono il volume due articolate Appendici, la prima Missionari ferraresi testimoni nel mondo all'inizio del terzo millennio, con puntuali note biografiche di ciascuno di essi, la seconda con l'elenco delle Associazioni ferraresi di sostegno ai missionari.
Il volume è consultabile in biblioteca, secondo le norme che regolano l'accesso al Fondo locale.

giovedì 19 aprile 2018

Visita a Barbiana



La parrocchia amica di Santa Francesca Romana propone per DOMENICA 13 MAGGIO una visita a Barbiana, per incontrare o tornare ad incontrare attraverso la memoria dei "ragazzi" (ormai nonni...) della scuola, il maestro don Lorenzo Milani.

Il programma della giornata è il seguente:

*ore 7:45 partenza con il pullman dai Bagni Ducali
*ore 10 arrivo al lago Viola, a 3 km di distanza da Barbiana che si raggiunge a piedi
*ore 11 incontro con Gian Carlo Carotti allievo di don Milani

- pranzo al sacco - 

*ore 17 partenza
*ore 19 arrivo a Ferrara

il costo è di 10 EURO a persona

Per iscriversi, contattare Daniela (con una certa urgenza, per prenotare il pullman...) telefonando o mandando un messaggio al 339 1212219

mercoledì 18 aprile 2018

I buoni studi



Il secondo numero di Analecta Pomposiana pubblicato per conto del Seminario Diocesano, 27° della collana, uscì nel 2002 in memoria di mons. Giulio Zerbini, scomparso il 24 settembre 2001.
Curata da Alberto Andreoli, l'antologia si apriva su queste parole: "Come vanno i buoni studi?, era la domanda quasi rituale che mons. Zerbini rivolgeva a chi sapeva essere impegnato nel campo della ricerca. A seconda dell'interlocutore, esprimeva attesa, diventava sprone, si velava di sottile ironia. Già: perchè i buoni studi, se mai c'era uno che li aveva percorsi e coltivati, era proprio lui. Buoni studi, del resto, erano quelli che venivano compiuti nei cari gloriosi seminari d'un tempo. Collaudati maestri - il più delle volte sguarniti di titoli dottorali - impartivano un rigoroso insegnamento scientifico e - soprattutto - letterario per gli anni del ginnasio-liceo. Nel corso teologico poi, i docenti erano delle vere e proprie istituzioni, punto costante e pacifico di riferimento del clero diocesano. I seminaristi, non distratti da allettanti richiami socio-pastorali, attendevano alle "pratiche" di pietà e ai buoni studi, appunto.
Mons. Giulio Zerbini, conosciutissimo e amato in tutta la diocesi, ne era stato vicario per diciotto anni.
La pubblicazione da cui abbiamo tratto la lettura è "Analecta Pomposiana", anno XXVII, Ferrara, Cartografica Artigiana  2002, consultabile presso la sede della biblioteca.

lunedì 16 aprile 2018

Un pittore modenese del Trecento: Serafino de' Serafini


Nell'illustrare l'affresco del convento agostiniano di Sant'Andrea, si è fatto cenno al pittore emiliano Serafino de' Serafini. La sua origine modenese non è certa - ma fortemente probabile: a Ferrara firma l'affresco dell'Assunzione con la scritta Serafino de Mutina me pin.
Attivo soprattutto in pianura padana, gli è tuttavia attribuito anche un dittico nella Cattedrale di Santa Maria Maggiore a Barletta. E' suo il polittico absidale del duomo di Modena con l'Incoronazione della Vergine, la crocefissione e i santi. E' autore di diversi dipinti presso la Cappella Bonacolsi a Mantova e di alcuni affreschi nella cappella Gonzaga della Chiesa di San Francesco, sempre a Mantova, di due tavolette con i Santi Apostoli al Museo della Città di Rimini, e del sopracitato affresco dell'Assunzione presso Casa Romei a Ferrara.
Leggiamo Fausto Varini in "Atti e Memorie" della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, vol. 26 del 2004 alle pp. 7-8:
"Tornando al Duomo di Modena, recuperiamo l'opera di quell'altro pittore modenese legato in modo indissolubile a Tommaso [Barisini, ndt]: Serafino Serafini. Alla Pala d'altare con l'Incoronazione della Vergine per lungo tempo si è stretta la fama di Serafino, sola testimonianza della sua opera pittorica e unica prova tangibile della sua attività sia a Modena come altrove. Ma dall'attribuzione da parte del Longhi, in occasione di una ormai famosa mostra tenutasi a Ferrara nel 1933 dell'affresco rappresentante il Trionfo di Sant'Agostino (Ferrara, Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti) come opera del maestro Serafini, si è venuto pian piano a ricostruire una parte non indifferente dell'attività pittorica di questo autore modenese, che operò nella seconda metà del Trecento nel cuore della Pianura Padana".
Come di consueto, il volume è consultabile presso la Biblioteca alle condizioni di Regolamento.
L'immagine in alto rappresenta San Luigi di Tolosa ordinato vescovo da papa Bonifacio VIII, ubicata presso la Chiesa di San Francesco a Mantova ed è tratta da Wikipedia.

venerdì 13 aprile 2018

I muri di Maria


L'orazione riportata è "la più antica preghiera rivolta a Maria tramandataci dalla tradizione. In tempi recenti sono stati decifrati e pubblicati papiri egiziani della fine del II secolo, con questa invocazione a Maria in forma leggermente più ridotta".
La spiegazione si legge in epigrafe al bellissimo testo di Riccardo Frignani e Chiara Toschi Cavaliere, I muri di Maria. Tradizioni iconografiche e devozione popolare a Ferrara. Il libro, uscito nel 1988 per i tipi di Liberty House, presenta una completa ricognizione delle immagini mariane visibili sulle facciate degli edifici cittadini.


Leggiamo, dall'introduzione di Chiara Toschi Cavaliere: "I santuari mariani, solo in Italia, sono 1539. Ad ognuno corrisponde una diversa Madonna che si ripete in infinite repliche di se stessa. Di Madonne ferraresi, nello scenario ufficiale dell'arte, potremmo contarne più di mille, comprese le protettrici dagli eventi calamitosi come la Deipara del Garofalo o la Vergine di S. Rocco del Guercino. C'è poi tutta un'immagineria minore di "miracolose", nelle chiese, che sorpassa il centinaio". Il libro, impreziosito dalla presentazione del biblista Elios Giuseppe Mori, presenta un ampio apparato fotografico e un preciso stradario attraverso cui individuare correttamente le immagini mariane presenti sui muri della città.

mercoledì 11 aprile 2018

Giovanni Fontana, vescovo di Ferrara (1590-1611)


Lorenzo Paliotto, storico diocesano di chiara fama, è autore di numerose pubblicazioni sulla storia del Seminario e su Ferrara nel periodo della Devoluzione. Tra le principali, ricordiamo Il Seminario di Ferrara, notizie e documentiLe Cinquecentine del Seminario di FerraraComacchio all'indomani del Concilio di TrentoFerrara nel Seicento. Quotidianità tra potere legatizio e governo pastoraleClero e non solo. Il Settecento religioso ferrarese. Qui lo citiamo come autore della settimana pubblicazioni promossa dal Seminario, Giovanni Fontana vescovo di Ferrara (1590-1611). 
Leggiamo dalla prefazione di mons. Danillo Bisarello, al tempo economo e "promoter" di numerose pubblicazioni: "Una parte della letteratura storica della nostra Chiesa si presenta ora con lo studio dell'amico don Lorenzo Paliotto, che mette in luce l'onore e la virtù di un suo pastore. L'essenzialità del linguaggio usato dall'Autore, insieme con l'analisi cronologica dell'infaticabile azione pastorale, mostrano Giovanni Fontana vivo e operante, al tramonto dell'umanesimo, per riportare Cristo nel cuore della persona e la persona nel cuore di Cristo: un movimento reso evidente dalla sua quotidiana vita di preghiera, dalla costante attenzione ai poveri e ai mendicanti, dalla personale disponibilità verso il clero e i laici sino a manifestarsi nella cura degli edifici sacri alla luce della nuova età barocca".
Il volume è uscito nel 2002 per le edizioni Cartografica Artigiana, e consultabile presso la nostra Biblioteca alle condizioni di regolamento.

lunedì 9 aprile 2018

Quando era ancora lontano, il Padre lo vide: Don Cartesio Cisterna nei ricordi di padre Talmelli


I più "anta" tra i lettori certamente ricorderanno don Cartesio Cisterna, parroco di Gaibana e confessore in Cattedrale, una sorta di "Curato d'Ars" che ha attraversato il Novecento diocesano ferrarese (1902-1992). Fu il mio insegnante di religione alle scuole elementari, ancora ne ricordo il passo svelto e la severa talare.
Alla figura di don Cartesio, padre Raffaele Talmelli ha dedicato un volumetto uscito nel 2005 per le edizioni Cantagalli di Siena, Quando era ancora lontano il Padre lo vide. Nel libro, testimonianze personali e foto originali dall'infanzia a Voghenza, alla nomina a monsignore, fino all'incontro con papa Wojtyla nella "storica" visita alla diocesi del 1990.
Il volume fa parte del fondo locale ed è perciò consultabile unicamente in sede.

venerdì 6 aprile 2018

Un affresco trecentesco nel convento di sant'Andrea


Leggiamo ancora qualche particolare riguardante il perduto convento agostiniano di sant'Andrea. L'articolo di cui riportiamo la parte iniziale è Problemi iconologici di un dipinto ferrarese del XVI secolo di Letizia Lodi, tratto dal volume Cultura figurativa ferrarese tra XV e XVI secolo, ed. Corbo e Fiore, Venezia 1981.
"L'affresco (cm. 587x556) che rappresenta il Trionfo di S. Agostino, proveniente dalla soppressa chiesa di S. Andrea a Ferrara, nella quale decorava la prima Cappella a destra, fondata da Buonsostegno e Giorgio Marinetti nel 1378, si trova ora nella Pinacoteca della città. 
La composizione era originariamente scompartita su tre fasce: la superiore con S. Agostino in cattedra fra i dottori della Chiesa da un lato, e i filosofi pagani dall'altro; la mediana raffigurante le sette Virtù che opprimono i corrispondenti contrari; l'inferiore che rappresentava le sette Arti liberali e i personaggi famosi, che si erano distinti in esse. Di quest'ultima fascia rimane oggi solo un frammento con la Musica e l'Astronomia (ora in restauro); varie vicissitudini, fra cui, principalmente, l'apertura di una porta nella parete hanno totalmente distrutto il resto. E' però possibile immaginare, sia pur sommariamente, l'affresco prima della perdita della parte inferiore, dato che un acquerello, eseguito nei primi anni del '900 dal pittore Girolamo Domenichini, lo mostra nella sua integrità (escluse naturalmente le lacune dovute all'apertura della porta avvenuta presumibilmente quattro secoli prima). L'autore della complessa figurazione allegorico-didascalica può essere identificato in Serafino de' Serafini, artista modenese attivo a Ferrara nella seconda metà del sec. XIV: l'affresco infatti è databile all'incirca intorno al 1378".
Il volume è consultabile in biblioteca, alle modalità del regolamento.
*l'immagine è tratta dal sito delle Gallerie estensi che ringraziamo

mercoledì 4 aprile 2018

Analecta Pomposiana




Nel maggio del 1964, l'allora Diocesi di Comacchio promuoveva il 1° Convegno Internazionale di Studi Storici Pomposiani. "Fulcro" del Convegno era ovviamente l'omonima abbazia, monasterium modo in Italia primum al dire di Guido Monaco, alla quale vennero dedicate le 26 relazioni raccolte nel 1° volume di Analecta Pomposiana. La prestigiosa rivista, al tempo edita a cura del Centro Italiano di Studi Pomposiani, dal n. 26 del 2001 entra tra le collane promosse dal Seminario Arcivescovile e viene pubblicato da Cartografica Artigiana.
Il n. 26, titolato "Studi vari", offre ai lettori i seguenti studi:
A. Samaritani, La struttura giuridico-istituzionale del monastero fruttuariense di San Romano in Ferrara nella politica cittadina dei Marchesella-Estensi e dei da Molin di Venezia. Da recenti reperimenti archivistici dei secoli XI-XIII
E. Peverada, Gli Olivetani in San Giorgio di Ferrara. Note e documenti per il sec. XV
G.L. Bruzzone, Alcune lettere del cardinale Giovanni Stefano Donghi
A. Faoro, Ancora sulle Oblate Agostiniane della Beata Chiara di Montefalco
G.L. Masetti Zannini, Dalle veglie massoniche alle nuove confische nelle parrocchie di Cervia nel Ferrarese
M. Bianco, Saggio di indicizzazione del fondo Visite Pastorali dell'Archivio Storico Diocesano: parrocchie urbane di Ferrara e del Bondenese nei secoli XV-XVII

Volume consultabile in sede, alle condizioni che regolano l'accesso al fondo ferrarese

Aspettando il Giubileo

In occasione del prossimo anno giubilare 2025 sarà possibile raggiungere il centro della cristianità grazie all'iniziativa messa in ca...